«La Corte di Giustizia dell’Unione europea con la storica sentenza del 16 luglio 2020 ha equiparato lo stato giuridico ed economico dei giudici di pace e dell’intera magistratura onoraria a quello della magistratura professionale, accogliendo integralmente i quesiti pregiudiziali del giudice di pace di Bologna, giudice del rinvio pregiudiziale con l’ordinanza dell’ottobre 2018».

Lo si legge in una nota diffusa dall’Unione nazionale dei giudici di pace (Unagipa), nella quale si sottolinea che «la Corte di Lussemburgo conferma le eccellenti impressioni emerse all’esito della discussione della causa davanti al collegio a cinque della seconda sezione all’udienza del 28 novembre 2020, in cui la giudice di pace ricorrente Cristina Piazza è stata difesa dagli avvocati Gabriella Guida, Francesco Paolo Sisto, Francesco Visco e Vincenzo De Michele e la fondatezza delle questioni poste dal giudice di pace di Bologna sono state sostenute dalla stessa Commissione europea, che ora aprirà la procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano, per obbligare il legislatore nazionale ad adeguarsi immediatamente alla decisione europea».

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