Solo adesso, con la famiglia Falcinelli libera dalle preoccupazioni di ritorsioni per il figlio, emerge la sua terribile storia: un altro episodio di violenza perpetrata dalla polizia statunitense, questa volta ai danni di un giovane originario di Spoleto di nome Matteo, 25 anni, che si trovava negli Stati Uniti per frequentare un master presso la Florida International University (Biscayne Bay Campus).

La vicenda

Tutto ha avuto inizio la notte tra il 24 e il 25 febbraio, quando il giovane è stato fermato da agenti fuori servizio in un locale. Falcinelli era entrato intorno alle 22.15, ignaro all’inizio che si trattasse di uno strip bar. Avrebbe ordinato da bere ma avrebbe rifiutato di partecipare a rapporti sessuali con le ragazze in cambio di 500 dollari. Dopo aver ordinato un altro drink per sé stesso e per una delle ragazze del locale, sarebbe andato in bagno, rendendosi conto poi di aver perso i suoi due telefoni. Ritrovati, ha bevuto ancora e, dopo una discussione con il buttafuori, è uscito. Fuori dal locale, ha trovato una pattuglia di polizia con due agenti, a cui se ne sono aggiunti altri quattro, chiamati perché avrebbe causato problemi nel locale e perché allontanato fuori.

La violenza

Quindi, in parte ripreso dalle bodycam, si verifica un violento scontro. Falcinelli, convinto di essere nel giusto, si arrabbia e si oppone al suo arresto, chiedendo i nomi degli agenti e indicando le targhette con i loro nominativi stampati sulle divise. A quel punto viene spinto a terra e immobilizzato con un agente che gli blocca il collo con il ginocchio. Erano quasi le quattro del mattino. Viene portato in stazione e il resto è visibile in un video pubblicato dal Quotidiano Nazionale e ripreso da un’altra bodycam. Le immagini sono forti e brutali: si vede il ragazzo trattenuto a terra, ammanettato dietro la schiena e sottoposto all’Hogtie restraint, con i piedi legati alle manette. Ben udibili anche le sue urla.

La denuncia della famiglia

Solo il 12 aprile scorso, durante il processo, l’avvocato americano di Falcinelli ha ottenuto dalla procura quei filmati. Il processo è terminato con l’accettazione da parte del ragazzo del programma rieducativo “Pre trail intervention”, richiesto dal giudice, che farà decadere le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto e violazione di domicilio. Quella sera, gli amici, non vedendolo, hanno iniziato a cercarlo per poi trovare la sua foto segnaletica, con il volto tumefatto. Pagata la cauzione, hanno poi assistito al suo malessere: Matteo è stato ricoverato in un reparto psichiatrico perché ha tentato di togliersi la vita. “Ancora adesso – racconta la madre che si trova nel campus universitario assieme al figlio – la notte sogna l’arrivo della polizia che lo tortura e si sveglia urlando. Ha danni ai nervi e seri problemi al collo e alla schiena”. Il legale della famiglia è già al lavoro per capire margini e possibilità di intervento delle autorità italiane.

Redazione

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