Uno show incredibile, una partita al cardiopalma, incerta sino all’ultimo secondo, in cui ai San Francisco 49ers è mancato, due volte, l’ultimo centimetro per portare a casa un trionfo che sarebbe stato storico. Ma anche la consacrazione della stella di Patrick Mahomes, quarterback dei Kansas City Chiefs, di cui tutti ora si domandano: “Quanto gli manca per diventare il più grande di tutti i tempi?”.

Questo e tanto altro è stato il Superbowl, 58esimo atto finale di una spettacolarità clamorosa che chiude la stagione della Nfl, la lega professionistica del Football Americano, che si è consumato ieri notte a Las Vegas tra San Francisco 49ers e Kansas City Chiefs, campioni in carica. Stessa finale del 2020, ha incollato almeno 160 milioni di spettatori televisivi in tutto il mondo (solo in America lo scorso anno erano 115), più di una finale di Champions League. Sugli spalti dell’incredibile Allegiant Stadium di Las Vegas (lì gli stadi li fanno, questo in tre anni e con 2 miliardi di investimento, per 10 livelli con tetto trasparente e completamente climatizzato, prendessero appunti i nostri Sindaci), prezzo del biglietto fino a 14mila dollari e slot pubblicitari di 30 secondi venduti a 7 milioni di dollari, si staglia una parata di stelle americane: tra gli altri, Lebron James, Justin Bibier, Jared Leto e Leonardo Di Caprio, Elon Musk, Lady Gaga, Beyonce, Paul McCartney e Taylor Swift, il cui fidanzato Trevis Kelce gioca nei Chiefs ormai dominatori della Nfl, e vincitori per il secondo anno di fila, cosa che non accadeva da 20 anni.

Gli occhi sono puntati sui due quarterback: Brock Purdy per i 49ers, e il divo di Chiefs ed Nfl Patrick Mahomes. Match molto equilibrato con le difese protagoniste soprattutto nel primo tempo (composto di due quarti da 15 minuti ciascuno), in cui i San Francisco 49ers si portano avanti 10-0, realizzando, dopo un field goal (calcio piazzato da tre punti), un touch down spettacolare, con due ‘cambi di gioco’ quasi calcistici, e Kansas City che accorcia su altro field goal. Intervallo sul 10-3 per San Francisco, e Usher sul campo a intrattenere il pubblico, mentre nei break pubblicitari scorrono spot con protagonisti del calibro di Martin Scorsese, l’ex coppia di Friends composta da Jennifer Aniston e David Schwimmer (rispettivamente Rachel e Ross), Lionel Messi e Jason Sudeikis e Anthony Hopkins, protagonista di uno spot della prima azienda italiana a occupare uno slot durante un Superbowl. Secondo tempo sul campo completamente diverso per gli uomini di Andy Reid (Kansas City) che trovano maggior coinvolgimento in Travis Kelce, imbeccato al meglio da un Patrick Mahomes nel frattempo salito finalmente in cattedra e capace di lanciare la rimonta dei suoi. Un errore banale di San Francisco spiana la strada al touchdown del sorpasso di Kansas City (10-13). Comincia l’ultimo quarto. Con un azzardo dei 49ers (dove consumarlo, se non a Las Vegas?). San Francisco sceglie di rinunciare al calcio piazzato da tre punti per tentare il touchdown da 6, cui segue il calcio di trasformazione che da un extra punto.

Il touchdown d’azzardo riesce, ma il calcio di trasformazione viene deviato dalla difesa di Kansas City: 16-13 per i 49ers, e palla ai Chiefs che non vanno oltre un altro calcio piazzato e una nuova parità, a cinque minuti dalla fine. È il momento decisivo, e San Francisco e’ solida si riporta avanti con un altro field goal di Moodys: 19-16 a un minuto dalla fine. Sembra quasi fatta. E invece a sei secondi dalla fine, dopo che Kansas non riesce ad arrivare al touchdown della vittoria, ecco il field goal del 19 pari che per la seconda volta nella storia manda il Superbowl ai supplementari. Le difese continuano a reggere.
Ennesimo field goal di San Francisco: 22-19. Palla ai Chiefs. Mancano 7 minuti.

Ed ecco allora stagliarsi nitido, nitidissimo, il protagonismo cosmico di Patrick Mahomes, il predestinato quarterback di Kansas City, fino a quel momento in ombra (forse distratto dal fatto che suo padre, Patrick Lavon I, ex lanciatore di baseball in Major League e legatissimo al figlio, sia stato appena arrestato per la terza volta per guida in stato di ebbrezza). Mahomes figlio prende letteralmente per mano la squadra. Corre, lancia, corre di nuovo, e porta i Chiefs a pochi metri dalla End Zone. Mancano 6 secondi. Sembra il replay della situazione capitatagli tra le mani alla fine dei tempi regolamentari, quando Mahomes fallisce l’occasione di chiudere l’incontro non trovando la ricezione di Travis Kelce (mister Swift) e dovendo così ripiegare sul field goal di Butker che impatta il risultato e spedisce appunto il match all’overtime. Qui la musica cambia: o la va, o i 49ers sono campioni. Pubblico col fiato sospeso sugli spalti, tensione in campo, difesa dei 49ers schierata, Mahomes chiama la palla. Movimento e contro movimento di Hardman, ricevitore di Kansas City (una finta vieni e vai tipica di un centravanti di calcio) lancio in corsa di Mahomes, touchdown e titolo. È finita. Kansas City è passata dalla cruna dell’ago e fa doppietta. Celebrazioni di rito, e riflettori tutti su Patrick Mahomes, 28 anni, un contratto da mezzo miliardo di dollari, protagonista assoluto che nei sei anni di militanza in Nfl ha centrato quattro finali di cui tre vinte, e due finali di Conference.

E che ora punta Tom Brady, convenzionalmente riconosciuto come il più forte quarterback di sempre, a quota 7 vittorie. Ma più di qualcuno sottolinea come Mahomes, a parità di tempo dall’esordio in Nfl (sei stagioni) abbia già realizzato più di quanto non avesse vinto Brady. È quello più in alto di oggi, e molti si chiedono se non stiamo assistendo alla affermazione del più grande di sempre. Intanto la lega Nfl festeggia: il 58esimo Superbowl chiude una stagione che segna un aumento di ascolto medio del 5% (16 milioni di spettatori medi). Spettacolo puro.