Una ‘false flag’ in grande stile per porre i presupposti per l’intervento delle forze armate in Ucraina, quella il Cremlino da un mese a questa parte definisce “operazione militare speciale”. È quella di cui parla oggi Rolling Stone negli Stati Uniti in un articolo a firma Seth Hettena, che citando fonti dell’intelligence ucraina e statunitense rivela come, alla vigilia dell’occupazione russa, l’oligarca ucraino Pavel Fuks avrebbe pagato a Kharkiv e Kiev criminali di bassa lega del posto per dipingere svastiche sulle mura della città e così giustificare le ragioni dell’occupazione con la “denazificazione” del Paese.

Fuks, imprenditore attivo nel settore bancario, petrolifero e immobiliare, avrebbe offerto nel periodo che va da dicembre 2021 a febbraio 2022 cifre tra i 500 e i 1500 euro a “criminali di strada” per vandalizzare diverse strade della città di Kharkiv, al confine russo, con graffiti filo-nazisti e svastiche.

Fuks, spiega Rolling Stone, sarebbe stato di fatto costretto a finanziare l’operazione dalle autorità russe: l’oligarca avrebbe raccontato ad Oleg Plyush, ex kickboxer ucraino e suo amico, di esser stato minacciato della chiusura delle sue attività nella regione di Kharkiv in caso si fosse opposto al piano ideato a Mosca.

L’oligarca però, contatto dalla rivista statunitense, non ha risposto alle mail inviate per una conferma di questa versione, così come il suo avvocato americano John Lomas. Il ‘sedicente amico’ Oleg Plyush ha invece chiarito di essere disposto a ripetere le sue affermazioni sotto giuramento.

Una campagna di ‘nazificazione’ che secondo Plyush si sarebbe estesa anche nella capitale Kiev. Come sottolinea anche Rolling Stone, l’oligarca russo è ebreo ed è uno dei maggiori finanziatori del memoriale dell’Olocausto a Kiev: non ci sarebbe dunque ragione di credere che pagherebbe di sua spontanea volontà per disegnare delle svastiche in Ucraina.

Il rapporto tra Fuks e Trump

L’articolo ricorda anche i rapporti tra Fuks e Donald Trump e Rudy Giuliani, l’ex sindaco di New York poi diventato avvocato di fiducia del tycoon ed ex presidente degli Stati Uniti.

In particolare per il suo ruolo di direttore generale in una società moscovita negli anni 2000 portò Fuks ad incontrare Donald Trump per negoziare la costruzione di una Trump Tower nella capitale russa.

Un accordo saltato “dopo Trump ha chiesto 20 milioni di dollari di anticipo nel 2006 per il diritto di usare il suo nome, secondo quanto riferito a Bloomberg. Un ex dirigente della società di Trump ha detto a Newsweek nel 2016 che l’organizzazione Trump ha mantenuto legami con Fuks nel corso degli anni”, scrive Hettena. E infatti nel 2016 Fuks era presente a Washington per l’insediamento di Trump, presenza che avrebbe anche attirato l’attenzione dell’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sul tycoon.

Il vero ruolo dei ‘nazisti’

In Ucraina, così come in altri ex paesi del blocco sovietico, sono presenti formazioni di estrema destra che si rifanno all’ideologia nazista. È noto il caso del battaglione Azov, la formazione paramilitare fondata nel 2014 da Andriy Biletsky che si rifà esplicitamente al nazismo e che attualmente è incorporata alla Guardia nazionale ucraina come unità militare permanente.

Sempre in Ucraina è presente in Parlamento il partito di estrema destra Svoboda, che ha però ottenuto alle elezioni soltanto il 2 per cento dei consensi. Il ruolo di movimenti di estrema destra è stato documentato anche nella rivolta di Euromaidan che portò alle dimissioni e alla fuga a Mosca del presidente filo-russo Viktor Yanukovich.

Circostanze che comunque non bastano per giustificare l’operazione militare di “denazificazione” in Ucraina da parte di Putin.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia