Nel “Si&No” del Riformista spazio al dibattito sulla tassa straordinaria sugli extraprofitti della banche decisa dal governo Meloni: è giusto tassare le banche? Favorevole Enrico Zanetti, ex viceministro dell’Economia nel governo Renzi, secondo cui “al governo va riconosciuto di essere stato intransigente e decisionista“. Contrario invece il direttore del Riformista Andrea Ruggieri che attacca: “E’ una misura dannosa e grillina che danneggerà il risparmiatore comune“.

Qui il commento di Andrea Ruggieri:

Il Consiglio dei Ministri dell’altro ieri eri mi ha davvero lasciato a bocca aperta. Perché ha partorito una misura retroattiva del governo contro le banche e i loro extraprofitti, definizione che vuole dire assolutamente nulla. È una straccionata da mezzi comunisti populisti, non da chi crede nello sviluppo di una Nazione e deve mantenere la promessa, elettorale, giusta e liberale, “di non disturbare chi vuole fare”.

Mettere un’imposta retroattiva del 40% sui profitti delle banche – che più solide sono meglio è – è una mostruosità che nemmeno a Cuba. Infatti Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia competente sulla misura, nemmeno si affaccia in conferenza stampa. Da persona intelligente, sa che è un provvedimento vergognoso, e indifendibile perché maleodora di socialismo reale.

Retroattivo”, in uno Stato liberale che rispetti cittadini e imprese, dovrebbe essere considerata una parolaccia. Perché mina la fiducia dei mercati internazionali verso l’Italia (fa rima con inaffidabilità), minaccia la libertà d’impresa e persino la proprietà di quel che si è lecitamente guadagnato. E che verrà scaricato sui risparmiatori e sugli azionisti delle banche che perdono valore. Chi sono questi azionisti? La professoressa, il pensionato, il risparmiatore comune. Che da questa misura viene impoverito, attesa la perdita di valore della banca di cui ha le azioni. Che si sappia: questa è una misura dannosa e grillina. E mi fa francamente ridere che la politica, capace soltanto di aumentare la spesa e il debito pubblico, a volte ad minchiam, giochi a fare Robin Hood con chi gli compra miliardi di titoli di stato ogni anno.

E se oggi la retroattività sui profitti extra riguarda le banche, domani potrà riguardare i professionisti, i farmacisti, chiunque. Una volta che stabilisci un principio populista, può applicarsi sempre, ma questo disegna uno Stato padrone e predone che prevale sui cittadini intesi non come liberi, ma commissariati e trattati come bancomat. Non è roba di centrodestra, questa. Cosi come si dovrebbe avere il coraggio di dire una volta per tutte che le banche sono un bene prezioso dell’Italia, non un cartello di associati a delinquere.

Un mondo senza banche non è un mondo migliore. Le banche servono, e quelle italiane sono ottime. Se proprio si vuol discutere della loro generosità, e premesso che le banche non sono la Caritas, ma aziende con dei dipendenti, quindi chiamate a fare utili per difenderne i posti di lavoro, allora si deve discutere delle regole europee che hanno ingessato loro le mani e togliendogli discrezionalità e agilità. Ma le banche sono il moltiplicatore del credito grazie a cui un’idea può diventare realtà, grazie a cui gli imprenditori possono creare posti di lavoro alla base dei quali può germogliare benessere e felicità di lavoratori e famiglie, e sono anche quelle grazie a cui ci possiamo permettere acquisti altrimenti riservati solo a pochissimi. Quanti di noi sono in grado di comprare una macchina in un’unica soluzione anziché a rate? E il telefonino? E il mutuo per la casa? Recentemente, per venire incontro al rialzo tassi europeo con conseguente rincaro della rata mutuo, Abi ha dato disponibilità ad aumentare la durata del mutuo stesso, abbattendo cosi l’importo unitario della rata mensile. Non era dovuto, lo hanno fatto. Nessuno glielo riconosce per debolezza politica. Siccome le banche stanno antipatiche, stiamo zitti. Sai che coraggio.

Una nota di demerito, infine, anche per i giornali di centrodestra (eccezion fatta per la meritoria e onesta intellettualmente ‘Zuppa’ di Nicola Porro) che hanno esultato per la timidissima misura sui taxi, e per questo decreto comunista ‘contra bancam’: non è che se il centrodestra fa qualcosa di sbagliato, vada difeso a prescindere. Lo si dovrebbe criticare ugualmente, stimolandolo cosi ad alzare il livello e dare di più, non di meno. Mettere un tetto al prezzo degli aerei, o tassare i profitti extra delle banche (ma poi, cosa è un profitto extra? È un profitto la cui misura è reputata dal Governo eccessiva? E secondo quali parametri di legge? O ci siamo svegliati in uno Stato etico?) è roba da grillini; di destra, ma grillini, da mezzi comunisti, comunque da statalisti dirigisti: non è roba di centrodestra, anche se la fa il centrodestra. E va detto anche e soprattutto se al centrodestra si vuole bene.