Marco Bentivogli lascia l’incarico di segretario generale della Fim. Una uscita se non inattesa almeno improvvisa nei tempi che arriva a 6 anni dalla sua elezione, il 13 novembre 2014, a metà dunque del secondo mandato. «Dimissioni irrevocabili – ma nessuna dietrologia: c’è un tempo per ogni cosa e per me è giunto il momento di lasciare spazio ad altri”, scrive nella lettera di addio inviata al leader Cisl, Annamaria Furlan per smentire da subito ogni lettura “politica” della sua decisione. «Ho iniziato nel 1995 a fare l’attivista della Fim Cisl. In questi 25 anni – è i bilancio che Bentivogli affida alla sua missiva d’addio – ho ricoperto tutti i ruoli e fatto sindacato in molte regioni e ho seguito dalle aziende più piccole ai più grandi gruppi. Un’esperienza formidabile».

Non è un mistero però che con i vertici della Cisl c’erano tensioni da tempo. Le prime crepe con la confederazione erano già emerse nel 2017 contro il commissariamento tout court dei vertici della categoria del Pubblico impiego, accusati di tesseramento gonfiato. Poi tra giugno e luglio 2019, la durissima lettera di 42 segretari dirigenti Cisl, tra segretari di categoria e segretari regionali, che accusarono Bentivogli di “protagonismo politico” e di “posizioni del tutto incompatibili con l’intransigente statutaria e storica autonomia della Cisl da qualsivoglia formazione o movimento politici’’, quando l’ex leader della Fim attaccò dal palco della conferenza organizzativa della Tute blu, il “cerchio magico” che avrebbe governato la Cisl e alcuni accorpamenti tra categorie

. Sindacalista di carattere, primo a finire sotto scorta all’epoca del contratto aziendale Fiat che spaccò il fronte sindacale delle tute blu, firmato senza la Fiom, aveva nel 2018 firmato a 4 mani, con l’allora ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, un Piano Industriale basato su tre pilastri: Impresa, Lavoro, Competenze. Franco e senza peli sulla lingua, Bentivogli denunciò in tempi più recenti a proposito di Taranto che «l’immunità totale è una bufala, un alibi dato ad ArcelorMittal per scappare».

Una scelta quella di oggi, comunque, scrive ancora Bentivogli, «assolutamente libera e meditata con me stesso, nella sicurezza che la Fim possa proseguire il proprio cammino ancora più forte. Non pensate a nessun rammarico e a nessuna dietrologia, ho sempre detto che bisogna fare più esperienze possibili per continuare a dare il senso alla propria esistenza, ho appena compiuto 50 anni e dopo 25 anni di Fim penso sia giusto cambiare reparto nel proprio impegno».

E ancora: «Dobbiamo rappresentare sempre un motivo in più per portare le persone alla scelta dell’impegno e ciò si raggiunge confermando giorno dopo giorno la nostra coerenza. C’è un tempo per ogni cosa e per me è giunto il momento di lasciare spazio ad altri. Questa è sempre la migliore condizione per proteggere la Fim e tutte le sue donne e gli uomini nelle sfide sempre più alte che solo il sindacato riformista ha il coraggio di assumersi», conclude. La parola ora passa al Consiglio generale e al prossimo segretario Fim che già si sta scaldando a bordo campo.