Diminuire le ore di lavoro aiuta a produrre di più. E’ quanto emerso dall’esperimento effettuato dalla Microsoft in Giappone, nella sede di Tokyo. Lo scorso agosto i dipendenti dell’azienda hanno lavorato soltanto 4 giorni su 7, pur percependo lo stesso stipendio e gli stessi diritti. Dando tre giorni di weekend ai lavoratori per permettere loro di godersi la vita privata e staccare dal lavoro, si è scoperto che la produttività è aumentata del 40 %.  L’obiettivo, infatti, era quello di analizzare gli effetti che un impiego diverso delle risorse umane avrebbe avuto sulle dinamiche aziendali. Non è un caso se la scelta della sede sia ricaduta proprio sul Giappone. Quest’ultimo, infatti, è il Paese con le ore dedicate al lavoro più lunghe al mondo. Da un sondaggio del 2016 è emerso che ogni abitante nipponico doveva fare i conti con più di 80 ore di straordinari al mese. Si è cercato di porre rimedio a questa situazione introducendo una legge che riducesse le ore di straordinario ad un massimo 45 mensili. Lo stress derivato da eccessive ore di lavoro ha portato il Giappone ad essere identificato come il paese dei karoshi, ovvero i morti per attacchi cardiaci dovuti a sforzo e stress per il troppo lavoro. E’ da ricordare la notizia che riguarda una reporter giapponese, Miwa Sado, di 31 anni che nel 2013 era morta dopo aver accumulato 159 ore di straordinari in un mese.

IL TEST – Work Life Choice Challenge ha dettato un nuova via da seguire nel mondo del lavoro. Il test sperimentale effettuato questa estate ha riscosso molti consensi non soltanto tra i 2.300 dipendenti beneficiari ma anche tra i lavoratori di tutto il mondo. In maniera particolare, ha portato risultati davvero strabilianti anche per l’azienda stessa. Come si legge sul portale della BBC, nel mese di agosto la produttività è aumentata del 39,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non soltanto ne hanno giovato i dipendenti con meeting più brevi ai fini di ottimizzare il tempo e le risorse, ma anche i costi aziendali sono notevolmente diminuiti. Il consumo di elettricità è calato del 23%, il consumo di carta del 59% e l’uso delle stampe si è ridotto del 58,7%. Lo studio ha così permesso di scoprire che offrendo 3 giorni liberi a settimana, i dipendenti “dovevano” e potevano utilizzare il tempo libero in maniera più efficiente. Questo, infatti, ha fatto sì che i lavoratori rendessero di più durante le ore trascorse in ufficio avendo ricaricato le energie nei tre giorni di riposo. Inoltre, i dipendenti hanno ricevuto una licenza speciale di 100 mila yen, circa 700 euro, ed è stata promossa la comunicazione in luogo che quella di persona o via mail. “Lavora per poco tempo, riposa bene e impara molto. E’ quello che consiglio ai miei dipendenti. E’ necessario disporre di un ambiente che ti permetta di sentire il tuo scopo nella vita e di avere un impatto maggiore sul lavoro” ha affermato Takuya Hirano, presidente e CEO di Microsoft Giappone.

Tutti questi dati positivi hanno reso l’esperimento un successo a tal punto di far pensare all’azienda di Bill Gates di rendere questo schema lavorativo permanente. Infatti, durante l’inverno il test potrebbe essere riproposto ai fini di valutare le effettive conseguenze e rendere l’esperimento non più un’eccezione ma la regola.

GLI ESPERIMENTI NEL MONDO – La prova della settimana lavorativa corta non è stato il primo test sul lavoro. Nel 2019 la Microsoft Japan ha accolto la sfida, ma in realtà già lo scorso anno in Nuova Zelanda aveva provato un esperimento simile. La società Perpetual Guardian aveva ridotto la settimana di lavoro a 4 giorni in due mesi a 240 dei suoi dipendenti, i quali hanno ridotto lo stress del 7 %. Qualche anno prima anche la Svezia aveva accolto questa iniziativa riducendo le ore lavorative giornaliere da 8 a 6, con una contestuale registrazione di aumento della produttività.