Via l’app di TikTok, il social network popolarissimo in particolare tra i più giovani, ma non solo, dagli smartphone/tablet aziendali in dote ai dipendenti della Commissione europea. È la richiesta arrivata dai vertici di Bruxelles giovedì: l’ordine in realtà riguarda parzialmente anche i dispositivi privati, con il personale che dovrà decidere se tenere sul proprio smartphone privato TikTok oppure eventuali app e documenti di lavoro, perché entrambi non potranno rimanere.

La stretta sul social network di proprietà cinese da parte europea segue quella simile avvenuta lo scorso dicembre negli Stati Uniti, quando le autorità nazionali avevano vietato ai circa 4 milioni di dipendenti del governo federale l’uso dell’app, con delle eccezioni limitate per le forze dell’ordine e per chi svolge ricerche nel settore della sicurezza informatica.

Secondo quanto si legge nella mail inviata dalla Commissione al personale, eliminare dai dispositivi di lavoro l’app del social cinese servirà a “proteggere i dati della Commissione e aumentarne la sicurezza informatica”.

La Commissione europea è un’istituzione e come tale ha un forte focus sulla protezione della sicurezza informatica ed è su questo che abbiamo preso questa decisione“, ha detto il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton in un incontro con la stampa interpellato. “Siamo estremamente attenti a proteggere i nostri dati“. La decisione sul bando a TikTok, ha chiarito sempre Breton, è stata presa dal commissario Ue Johannes Hahn.

La questione TikTok è delicata sia da un punto di vista tecnologico che politico. Il social appartiene all’azienda cinese ByteDance, che ha ammesso in passato come abbia permesso ad alcuni dipendenti con base in Cina di consultare i dati degli utenti, negando però che il governo cinese possa a sua volta accedervi.

A gennaio il Ceo di TikTok Shou Zi Chew si era recato a Bruxelles per incontrare diversi commissari europei tra gli altri il commissario alla Giustizia Didier Reynders gli ha chiesto di conformarsi alle norme sulla privacy. “Ci sono tendenze positive, ma c’è ancora margine di miglioramento”, aveva sottolineato.

La diffidenza delle autorità di Bruxelles, e non solo, sta nei rapporti strettissimi tra le aziende cinesi e il proprio governo, non esattamente un “campione dei diritti”. Allarme ancora maggiore nell’attuale scenario internazionale, con conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina e la posizione ambigua di Pechino di supporto al regime di Vladimir Kiev.

Non si è fatta attendere la risposta cinese. Un portavoce di TikTok ha sottolineato che l’azienda è “delusa da questa decisione, che riteniamo sbagliata e basata su pregiudizi. Abbiamo contattato la Commissione per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone che sono su TikTok ogni mese in tutta l’Unione europea“. “Stiamo continuando a migliorare il nostro approccio alla sicurezza dei dati, anche attraverso la creazione di tre data center in Europa per conservare i dati degli utenti a livello locale, riducendo ulteriormente l’accesso ai dati da parte dei dipendenti e minimizzando il flusso di dati al di fuori dell’Europa“, ha aggiunto il portavoce.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia