La rinascita
Trieste è la nuova scommessa italiana: da città periferica a modello di sviluppo
La nuova vita del capoluogo friulano diventato un punto d’accesso al cuore dell’Europa. Il porto, la logistica, la rigenerazione urbana al centro del progetto di rilancio triestino

C’è una città italiana che ha ripreso a scommettere su sé stessa, proprio mentre l’Italia intera cerca nuove coordinate per orientarsi nel mondo. È Trieste, antica frontiera di imperi, oggi porta d’accesso al cuore dell’Europa. Cresce, investe, si trasforma. Non rumorosamente, ma con costanza e visione.Mentre le rotte commerciali si ridisegnano e i porti del Mediterraneo cercano nuovi equilibri, Trieste si ritrova centrale: per la logistica, la cultura, l’innovazione. Trieste non è più la città grigia e chiusa di cui si parlava dieci anni fa. “Siamo una comunità vivace che ha bisogno di una città che segua il nostro passo” – dice Giulia Damiani, neo-eletta rappresentante nel CDA dell’Università di Trieste – “La città cresce e con lei l’Ateneo Giuliano. La comunità studentesca aumenta, anche grazie a chi arriva dall’estero, ma abbiamo bisogno che Trieste si modifichi sul piano urbano, logistico, dei trasporti, della sicurezza, e valorizzi la ricerca. Bisogna creare opportunità: calmierare gli affitti, introdurre il medico di base per i fuorisede, offrire agevolazioni concrete”.
Il motore economico resta il porto, cresciuto sia sul fronte merci che crocieristico ed esploso dopo il ridimensionamento di Venezia, con migliaia di passeggeri ogni settimana. Ma la vera sfida è sulla logistica: Trieste è già connessa per ferrovia con Germania, Austria, Ungheria, Slovenia. In un mondo che cerca alternative al Canale di Suez, la “via del Cotone” trova qui uno snodo strategico. In parallelo il Porto Vecchio, oltre 600.000 metri quadrati sul mare, è al centro di un ambizioso piano di rigenerazione urbana. Si punta a trasformare l’area in un quartiere vivo fatto di cultura, residenze, innovazione, turismo. Alcuni progetti sono partiti, altri in assegnazione. “Trieste sta vivendo una fase straordinaria di rilancio immobiliare e urbano”, spiega Enzo Settimo, fondatore di Edil Group, tra i maggiori costruttori attivi nella riqualificazione del patrimonio edilizio cittadino. “Ci sono molti progetti avviati, anche in aree centrali storicamente ferme da decenni. Il mercato si muove, arrivano investitori, le catene alberghiere ci chiamano. È un segnale chiaro: la città è tornata attraente. Ma servono scelte amministrative rapide e incisive, perché il treno non passerà due volte”.
Accanto alla logistica e alle grandi opere, cresce una cultura indipendente inaspettata. Festival, teatri e rassegne dal basso stanno riscrivendo l’immaginario di una città spesso narrata solo con nostalgia. “La cultura può guidare il futuro di questa città”, – esordisce Marco Palazzoni, fondatore di Hangar Teatri, realtà culturale emergente – “Nel mondo globalizzato e connesso, il mezzo culturale è fondamentale per creare una specificità utile sia agli abitanti che ai visitatori. Serve un lavoro capillare, pensato per tutte le fasce della popolazione, con attenzione alle famiglie e ai più fragili e soli. Allo stesso tempo, linguaggi artistici come spettacoli, concerti, installazioni devono guidare la promozione di una città ‘diversa’, che non svenda la propria tradizione, ma investa su un’unicità capace di rendere il soggiorno a Trieste un’esperienza profonda”. Il cambiamento è trasversale. Le Assicurazioni Generali hanno annunciato un investimento di diversi milioni per un hub europeo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale, in collaborazione con università e centri scientifici. Una conferma del ruolo centrale di Trieste nella ricerca e nelle tecnologie d’avanguardia.
Intanto il turismo cresce a doppia cifra, grazie anche alla promozione di un’immagine rinnovata. La città, che per anni ha coltivato il mito della propria marginalità, oggi accoglie, si racconta, si reinventa. E torna ad attrarre non solo visitatori, ma anche idee e persone. Trieste non è un miracolo, ma il frutto di una trasformazione lenta, stratificata, oggi evidente. Ha trovato la forza di ripartire valorizzando ciò che ha sempre avuto: la posizione, la complessità, la sua aspra bellezza. E in un’Italia spesso incerta sul proprio posto nel mondo, Trieste sembra aver iniziato a ritrovarlo.
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