Il Governo Conte Bis fa marcia indietro sulla giustizia e l’avvocato del popolo si dimette consegnando il suo mandato al Presidente Mattarella che da il via alle consultazioni, indicando Roberto Fico come interlocutore istituzionale. E’ così è trascorsa l’ultima settimana politica in Italia tra una campagna di vaccinazione rimandata ed un Recovery Plan rimasto in sospeso ed oggetto di una trattativa politica per trovare la quadra sul prossimo esecutivo. Il tutto condito da un Matteo Renzi in grande spolvero per le dimissioni dei suoi compagni di partito dal governo e per aver fatto pesare il mancato appoggio in Senato. Se la Segre e altri responsabili hanno fatto da stampella al Premier sulla fiducia, nulla o poco avrebbero potuto nel salvare da una umiliante sconfitta in Parlamento del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Il popolo social non è rimasto a guardare ed il sentiment della popolazione virtuale si è espresso in modo massiccio nei giorni che vanno dal 28 gennaio al 2 febbraio producendo, secondo una analisi del data journalist Livio Varriale, ben 113.206 tweets che hanno generato 1.187.533 like, 263.579 condivisioni, 28.949 commenti e 28.949 citazioni.

Tendenze

Tra le tendenze della settimana figura al primo posto #Renzi e questo la dice lunga sull’orientamento non proprio positivo nei confronti del leader di Italia Viva. A tenere banco come argomento astratto, invece, ci sono consultazioni e crisidigoverno. Giuseppe Conte e Fico sono sullo stesso piano di rilevanza per il pubblico social, unitamente a Sergio Mattarella. Verso la fine della top 20, Conteter ha maggiore spazio di Salvini onnipresente anche se non è stato ricercato, ma gli hashtag #fuoridalmovimento e #renzifuoridallepalle sono indicativi di un malessere generale dei sostenitori del governo gialloviola nei confronti di chi destabilizza l’operato dell’attuale maggioranza di governo.

Top Tweets

I tweets più di successo si scagliano contro Renzi anche a causa del suo viaggio in Arabia Saudita dove ha intervistato il principe con non poche polemiche sulla opportunità di dedicarsi ad altro in un momento dove il Governo è in crisi anche per colpa sua.

Il tweet più acclamato è quello della giornalista Constanze Reuscher che scrive: Mi sta passando la voglia di scrivere della politica italiana. Non è più politica. Non si può annoiare la gente all’estero con questa roba. Scriverò di cibo, cinema, arte, mestieri, creatività, di persone e luoghi belli di questo bel paese. Idee? #consultazioni #crisidigoverno

Al secondo posto c’è Nicola Zingaretti che pubblica la foto che ha fatto scalpore del saluto fascista fatto in consiglio Comunale, dicendo che con queste persone non si potrà mai Governare. Peccato che il pubblico gli ha ricordato nei commenti di essere stato al Governo con Giuseppe Conte, in passato con Salvini al Governo.

Selvaggia Lucarelli con due tweet di successo prima attacca Renzi sui contenuti della sua intervista a Ryiad, poi lo prende in giro annunciando il suo prossimo convegno in Corea del Nord.

Pietro Raffa e Tommaso Ederoclide invece vanno giù duro sulla dichiarazione di Conte “se non ci sarò io, c’è Draghi” asserendo che sarebbe una bella notizia e non una minaccia come annuncia l’ex Premier.

Menzioni

Renzi e Fico sono i più menzionati dal pubblico seguiti da Italia Viva e Movimento 5 Stelle, Fatto Quotidiano è in classifica per i suoi toni molto aggressivi da un lato e per la difficoltà di un momento dove il Governo dei Migliori, da loro sempre descritto, si trovi in piena difficoltà di consensi e di Responsabili. Tutta la sinistra che conta figura nella classifica, ma a sorprendere in ultima posizione è Alessandro di Battista. Da sempre critico verso le posizioni politiche old style del suo ex Movimento “scassapalazzo”, Diba è indicato ad oggi come papabile ministro per compensare le richieste di Italia Viva dove si mormora anche la presenza della Boschi, su cui per anni i 5s hanno ricamato campagne spesso diffamatorie. E’ arrivato il momento di unirsi tutti insieme per evitare le elezioni, oppure essere commissariati da Mario Draghi con il placet di un elettorato illuminato che vanta senatori, parlamentari, ma ad oggi non ha un vero partito se si votasse domani?

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