Una famiglia distrutta dal gesto folle di un padre. “Ho ucciso mia moglie e mia figlia, ora mi tolgo la vita”, questa era stata la telefonata fatta al 118 da S.S., italiano di 70 anni: ma una volta giunti nella sua abitazione di Carpiano, piccolo comune dell’hinterland sud di Milano, i carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese hanno trovato tre corpi senza vita.

Sul posto c’erano infatti i cadaveri del 70enne, della moglie 41enne di origini filippine e della figlia della coppia, di soli 15 anni. Secondo i carabinieri intervenuti sul luogo della tragedia vi sono pochi dubbi sulla ricostruzione: si tratterebbe infatti di un doppio omicidio, commesso dal 70enne, che si è poi suicidato con una pistola detenuta irregolarmente. 

Oltre ai carabinieri di San Donato sono giunti sul luogo anche quelli del Nucleo Investigativo di Milano e il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Lodi, competente per le indagini. 

Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, l’autore dell’omicidio-suicidio avrebbe anche lasciato un testo per ‘motivare’ il suo gesto: nel biglietto il 70enne  avrebbe scritto che era stufo della moglie e che la figlia sarebbe stata “troppo piccola” per rimanere senza genitori.

La famiglia, stando a prime indagini, attraversava un periodo di difficoltà economiche: l’uomo che ha ucciso moglie e figlia non riusciva a trovare lavoro da diversi mesi. Il 70enne, con vecchi precedenti per porto d’arma abusiva, sarebbe stato afflitto da problemi di depressione, anche se non accertati da specialisti o servizi sociali.

Parole durissime sono stati pronunciate sul caso dal procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, che guida le indagini su quanto accaduto a Carpiano: una tragedia che per Chiaro “è il miglior modo per essere ricordati come colossali vigliacchi. Non esistono problemi così insormontabili da giustificare il suicidio e l’omicidio”.

Redazione

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