La scoperta dopo l'allarme dell'altra figlia
Uccisa, decapitata e fatta a pezzi nella vasca da bagno, svolta nell’omicidio di Melzo: fermata la figlia
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Ieri il ritrovamento del corpo fatto a pezzi, in un lago di sangue nella vasca di bagno. Nella notte la rapida svolta dell’inchiesta, con un fermo per omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere.
Sono queste le accuse nei confronti di Rosa Fabbiano, la 58enne figlia di Lucia Cipriano, pensionata di 84 anni che ieri è stata trovata morta nella vasca da bagno del suo appartamento a Melzo, in provincia di Milano. Il corpo fatto a pezzi dell’anziana, di origini pugliesi, è stato rinvenuto giovedì mattina nell’appartamento di via Boves, 10 dove abitava da anni.
A far scattare l’allarme era stata l’altra figlia della vittima, di 47 anni, che abita a Trento. Da oltre due mesi la donna non riusciva a mettersi in contatto con la madre, mentre la sorella maggiore, che abita Mediglia, a pochi chilometri da Melzo, le aveva detto che l’anziana era ricoverata in una Rsa.
Una spiegazione non convincente, tanto da spingerla a recarsi personalmente a Melzo per verificare. A quel punto la sorella maggiore le avrebbe detto di aver “messo fine alle sofferenze della madre“, che era malata da tempo.
Di fronte a quella che era apparsa una confessione, la donna si è recata dai carabinieri e assieme ai militari è entrata nell’appartamento dell’anziana madre, dove ha trovato il corpo senza vita, decapitato e fatto a pezzi nella vasca da bagno, probabilmente con una sega poi trovata in casa e sequestrata dalle forze dell’ordine.
Il pm Elisa Calandrucci, titolare del caso, ha interrogato a lungo le due figlie: Lucia Cipiriano si è avvalsa della facoltà di non rispondere ma nella notte è scattato il fermo.
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