Dal podcast VelaNews di venerdì 3 maggio

“Quelli che proprio non sanno cosa sia la politica sono i contestatori di Roberto Vannacci, che gli garantiscono visibilità sui giornali anche se le sue iniziative vanno male. Il riferimento è ai fatti di ieri a Napoli, dove all’incontro con gli elettori del candidato alle europee delle Lega c’erano 60 persone in sala, e nel frattempo, fuori, alcune decine di contestatori hanno dato al generale un altro po’ di popolarità, anzi, l’hanno guadagnata anche loro. Scontri tra le forze dell’ordine nel tentativo di superare il cordone di polizia a protezione dell’area dove stava presentando il suo ultimo libro. Due fenomeni abbastanza insignificanti che attraggono i media che evidentemente non hanno niente di meglio da fare che amplificare queste iniziative del nulla. È un meccanismo connaturato alla società della comunicazione, ma tipico dell’Italia. Sul piano globale infatti le cose hanno un sapore meno provinciale, meno farsesco. In America ad esempio, nei campus, si protesta sul serio. Ma allo stesso tempo anche la politica fa sul serio inviando dove c’è bisogno le forze dell’ordine”.

La mossa di Macron

In Europa invece Macron sfida Mosca, sostenendo che nel caso dovessero esserci richieste di aiuto da parte dell’ucraina bisognerebbe prepararsi all’invio di truppe a sostegno dell’aggredito. Nonostante si possa dire che le iniziative non abbiano forza e concretezza politica, o che il suo consenso in patria non sia poi così alto, il Presidente tiene senz’altro alta la bandiera: una posizione di principio non sfuggente o arrendevole. È difficile che possa ritagliarsi spazio, che ci sia margine per un protagonismo effettivo, ma fa meglio di altri governanti europei che tacciono o balbettano.