La frequente presenza dei due diplomatici russi Aleksej Nemudrov, addetto militare dell’ambasciata, e Dmitrij Ostroukhov, addetto per l’esercito, nelle sale di Palazzo Esercito, sede dello Stato Maggiore Difesa, non era passata inosservata. E nemmeno i contatti con il capitano Walter Biot. Tanto che nel suo ufficio e nell’auto i carabinieri del Ros avevano piazzato pulci e telecamere nascoste. Un video avrebbe incastrato Biot mentre nel suo ufficio fotografava documenti segreti da passare ai russi.

Come riportato dal Corriere della Sera, nel video datato 25 marzo 2021, si vede Biot che seduto al Pc scatta fotografie allo schermo. Una volta finito estrae la scheda dal telefono e la nasconde in una scatola di medicine. Poi va via. Quella stessa schedina sarà ritrovata il 30 marzo addosso a Dmitrij Ostroukhov che aveva agganciato Biot e pagato 5mila euro per farsi consegnare le carte. Si tratta di “181 foto di materiale in gran parte classificato come ‘riservatissimo’ di cui 47 file ‘Nato secret’ classificati come ‘segreti’”.

L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice di Roma racconta una storia di spionaggio iniziata almeno 5 mesi fa quando Biot fu agganciato dai due diplomatici russi durante un ricevimento in Ambasciata. Biot aveva bisogno di soldi e questo i russi lo avevano capito. Così nasce il sodalizio. Gli specialisti del controspionaggio dell’Aisi, l’Agenzia per la sicurezza interna guidata dal generale Mario Parente, si accorgono che Ostroukhov è sospetto e cominciano a monitorarlo.

Si accorgono degli incontri con Biot. Ostroukhov periodicamente prende la metro fino all’Eur, sale su un autobus e arriva a Spinaceto, fa alcuni giri a piedi per controllare di non essere pedinato poi sale sull’auto di Biot e insieme raggiungono il parcheggio di un supermercato. Poi l’ultimo appuntamento: i carabinieri osservano da lontano l’incontro poi entrano in azione e trovano Ostroukhov con la schedina in tasca e Biot con 5mila euro in contanti nella valigetta.

Biot aveva quattro cellulari dedicati alle loro conversazioni e svariati Pc, tanto che il giudice evidenzia la possibilità che “reiteri il reato dal numero di computer e smartphone in suo possesso a dimostrazione che non si tratta di attività isolata e sporadica”. E ancora: “Le modalità esecutive e la natura della vicenda mostrano in maniera palmare l’estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle suddette azioni desumibili dai numerosi apparecchi utilizzati, dalle tempistiche e dagli accorgimenti adottati”.

Per il giudice gli appuntamenti e la modalità degli incontri “sono sintomatici dello spessore criminale dell’indagato che tra l’altro non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell’istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica”. Le indagini chiariranno se Biot ha trasmesso altre informazioni in cambio di soldi
Aleksej Nemudrov, e Dmitrij Ostroukhov, sono stati reimpatriati. La Russia probabilmente non sarà clemente con chi ha messo a repentaglio la rete di spionaggio che in questi anni le tre agenzie della Federazione — SVR, GRU, FSB — hanno steso in Italia. Almeno un’ottantina di operativi, un terzo della forza diplomatica russa accreditata nel nostro Paese.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.