Nel primo live di X Factor c’è stato il definitivo sdoganamento della volgarità in TV. Eravamo rimasti al “spacca” di Mika ieri si è aggiunto “il cu*o” , “ca**o”, “min**ia” ormai siamo definitivamente entrati in una è una degenerazione dialettica. Chi è più volgare è più ca**uto. E la musica? Più di due ore di spettacolo, due manche, 12 cantanti in gara, quasi un Sanremo in miniatura. Intervallati dai commenti dei giudici e da una Francesca Michelin che entrata definitivamente nel “clan” Ferragni non sfigura ma neanche fa esclamare “WOW”.
Molta era la curiosità delle linee che i singoli giudici avrebbero intrapreso con le loro rispettive squadre. Ah adesso non si possono chiamare più squadre ma roaster. Ma che è? Abbiamo davvero tutta questa necessità di americanizzarci?

La trasmissione rigorosamente in diretta scorre un po’ annoiata, i sussulti sono pochi e quasi tutti focalizzati sui commenti dei giudici che si beccano più volte. Da una parte Rkomi che a braccetto con Fedez bacchettano gli altri due giudici. Dargen che da sotto gli occhiali stile Solarium di Luca Carboni risponde a tutti. E poi c’è Ambra, sempre pulita come ai tempi di Non è la Rai e di Generazione X che dice quello che pensa senza esagerare e combattendo di fioretto contro chi non lesina bastonate a destra e manca.

L’attenzione è andata proprio su Ambra che è sembrata un pesce fuor d’acqua, pronta ad emozionarsi, pronta a un consiglio materno, pronta a coccolare tutto e tutti, più in veste di casalinga di Voghera che di giudice. Anche perché Ambra ha scoperto qualche talento? Me lo sono chiesto più volte, forse in qualche room Karaoke su Clubhouse durante la pandemia. Veniamo alla gara, alla fine correttamente è uscito di Matteo Siffredi che ha fatto innervosire con le sue due esibizioni, grandi e piccoli. Ma come si può fare tanto scempio di Mina e di Ornella Vanoni? Bisognerebbe prendersela con lui e soprattutto con chi l’ha consentito…

Si salva invece Lucrezia la cui ugola non è stata valorizzata da Ambra e il suo de profundis su Gloria Gaynor. Veniamo alle note positive, su tutte Dadà. Napoli non è solo neomelodici e rap urbano c’è anche spazio per l’innovazione. Qualcuno a Napoli potrebbe pensare di “rinnegare” dadà eppure “Avete letto mai Roberto De Simone? Ha fatto un lungo viaggio nella tradizione E dice che in Italia, col passar degli anni. La musica peggiora e non si va più avanti”. In conclusione, prima delle pagelle, una nota su tutto lo spettacolo andato in onda. Ridateci Morgan e Mara Maionchi, quella era la “volgarità” di cui abbiamo bisogno.

Omini 7
La gara si apre con gli Arancia Meccanica nostrani, un esibizione che da la carica e la scelta del brano da parte di Fedez sembra azzeccata. I ragazzi del gruppo sono musicisti (e anche figli di musicisti) e si vede, la perplessità per la quale non vanno oltre il 7 è dovuto alla loro credibilità scenica. Sembrano più i figli di rockettari anni 70 vestiti per una festa di carnevale piuttosto che realmente portatori di un revival anni 80. “È buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo”

Iaco 3
Prendere una delle più belle canzoni di Califano e sentire tutte quelle finali “aaaa eee” è davvero un insulto. Franco adesso è il momento di ritornare davvero, sulla tua tomba hai voluto scrivere “non escludo il ricordo”, questo è il momento di tornare . La voglia di far vedere una sofferenza finta arriva dritta allo spettatore. Un insulto al grande califfo.

Disco Club Paradiso 6
Abbiamo davvero bisogno dell’ennesimo gruppo Tropicana Style? La prestazione non è neanche male ed è forse la produzione e l’arrangiamento più convincente della serata. Stand by me rivisitata è stata piacevole mi aspettavo che alla fine dell’esibizione il frontman mi dicesse “beh pomeriggio torneo di pallavolo in spiaggia”.

Lucrezia 2
Uno dei talenti più puri di X Factor 2022 annullato da una scelta imbarazzante da parte di ambra che ci propone un cimiteriale “i love you baby” di Gloria Gaynor. Ridateci i trenini con gli amici e la carica di “T’appertengo”. Ambra dove sei finita?

Matteo Orsi 7
Un’esibizione che emoziona tutti per l’interpretazione di Matteo più che per i consigli vocali di Dargen. L’introspezione, la riflessione hanno davvero bisogno di tutti quei gargarismi? Un brano con un testo bellissimo che strizza l’occhio al cantautorato di bersaniana memoria

Dadà 9
Sul palco finalmente qualcosa di nuovo: il magma del Vesuvio si avverte in tutta la sua essenza. La grande e straordinaria creatività partenopea produci un sound nuovissimo che strizza però l’occhio alla tradizione. Sentire Renato Carosone in un sound elettro è davvero spettacolare immediatamente si viene trasportati in un metaverso dove l’incontro tra tradizione e modernità è palpabile. Non tutti capiranno l’avanguardia di Dadà che in questo contenitore si presta anche ad una danza sensuale. La sperimentazione mi ha portato alla memoria il lavoro fatto da Turturro in Passione. Difficilmente Dadà vedrà la sua musica snaturata dal talent.

Linda 3
Un’altra esibizione che mi ha fatto molto male. Esistono dei brani che andrebbero lasciati li, non toccati. Il tributo eventualmente è la sua esecuzione accademica. X Factor è anche questo, prendere un brano immenso e gettarlo nei rifiuti della differenziata badando bene di consegnare ai giovani l’oblio di un pezzo ultra avanguardistico anche nel 2022. Il graffiato di Linda e le urla stile “signora i limoniiii” mi hanno dato davvero turbato.

Matteo Siffredi 3
Ha distrutto completamente Mina quasi come se fosse una violenza. Manierismi e ugolate varie, finte sofferenze. La smania della trasformazione porta spesso a obbrobri uditivi e visivi. Mina perdona loro perché non sanno quello che fanno.

Santi Francesi 6
Dopo le due esibizioni precedenti qualsiasi cosa sarebbe stata un calmante, i santi francesi nella loro comfort zone ci restituiscono un po’ di carica. Esibizione senza infamia, come quando alla sagra della castagna girando per le bancarelle in sottofondo si sente un po’ di musica piacevole.

Beatrice Quinta 8
Una madonna postmoderna che strizza l’occhio alla tradizione italiana. Una Anna Oxa di periferia che però tira fuori una prestazione di tutto rispetto. Un tuffo negli anni ’80, Cercasi Susan disperatamente.

Giorgia Turcato 6
La nuova Giorgia si presenta con il nome Gioelle e l’esibizione è ormai un disciplinare. Assolve al suo compitino senza strafare, filone cameretta. Se fosse nata 20 anni fa canterebbe “oggi ho un turuturu nella testa” che fa “turuturutu e non mi passa”.

Tropea 7
Una delle esibizioni più trascinanti, il gruppo da una carica a tutto il pubblico e una scossa dopo l intorpidimento generale. La loro energia da festa universitaria coinvolge un po’ tutti.

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Esperto di social media, mi occupo da anni di costruzione di web tv e produzione di format