Roman Abramovich e alcuni negoziatori ucraini avrebbero accusato dei sintomi di avvelenamento. A riportare la notizia è l’agenzia di stampa statunitense Bloomberg. E la notizia fa parecchio rumore considerando la partecipazione di Abramovich alle negoziazioni Ucraina-Russia sulla guerra in corso dal 24 febbraio. L’oligarca si era proposto come mediatore. Sarebbe stato presente al primo round di colloqui a Gomel ma nelle foto diffuse non compariva mai. Nessuna delle persone coinvolte è in pericolo o soffre ancora delle conseguenze del presunto attacco.

I sintomi sarebbero stati accusati dall’oligarca dopo un incontro a Kiev all’inizio del mese. Il Wall Street Journal aggiunge che il sospetto attacco potrebbe essere stato commesso come un atto di sabotaggio delle trattative per mettere fine all’invasione. Occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani i sintomi accusati. Le condizioni dei destinatari dell’attacco sarebbero comunque migliorate. Non sarebbero in pericolo al momento. Le fonti citate dal Wall Street Journal concordano nell’attribuire il presunto attacco a “estremisti russi che vogliono sabotare i colloqui fino alla fine della guerra”

La conferma arriva dal portavoce dell’ex presidente del Chelsea secondo il quale l’oligarca russo ha sofferto i sintomi di un sospetto avvelenamento all’inizio del mese dopo un incontro avvenuto nell’ambito dei negoziati per la pace fra Ucraina e Russia. Il portavoce, si legge sul sito della Bbc, non conferma se ci sono state altre persone che hanno avuto gli stessi sintomi né chi possa essere l’autore di questo presunto avvelenamento. Presunto avvelenamento che si sarebbe verificato a Kiev il 3 e il 4 marzo scorsi, prendendo parte a dei negoziati di pace nella capitale.

Abramovich si troverebbe in questo momento a Mosca, dove è arrivato con un volo privato dalla Turchia dove si era rifugiato per sfuggire alle sanzioni. Stando a quanto riportato da diversi media internazionali l’ex patròn del Chelsea avrebbe portato al presidente russo Vladimir Putin una lettera del suo omologo Volodymyr Zelensky – al momento le richieste di un incontro di quest’ultimo per risolvere il conflitto non sono state accolte dal suo omologo che ha lanciato l’operazione di “smilitarizzazione” e “denazificazione”.

Il prossimo round di negoziati è previsto per domani, in Turchia, tra due delegazioni dei rispettivi ministeri degli esteri. Non è stato chiarito se il supposto avvelenamento sia avvenuto tramite agenti chimici o biologici o se si sia trattato di un attacco con radiazioni elettromagnetiche. Il Wsj riporta perfino una fonte vicina ad Abramovich che dichiara che non è chiaro chi abbia preso di mira il gruppo.

Abramovich, 55 anni, passaporto russo e israeliano è stato spesso e volentieri indicato come mediatore tra le due parti in guerra. La madre era ucraina. Ha un patrimonio di circa sei miliardi di euro e ha annunciato la cessione del Chelsea, club della Premier League inglese e campione in carica della Champions League. Stando a diversi media americani Zelensky ha chiesto ai Paesi occidentali di non includere Abramovich tra i destinatari delle sanzioni. Prima di volare a Mosca Abramovich avrebbe incontrato proprio il presidente ucraino.

Abramovich, persi in tenera età entrambi i genitori e cresciuto da uno zio paterno, approfitto delle aperture all’economia di mercato dell’Unione Sovietica e investì in petrolio e derivati. Con l’imprenditore Boris Berezovskij acquistò nel 1995 il colosso petrolifero Sibneft, pagandolo circa cento milioni di dollari. Negli stessi anni acquistò quote consistenti della compagnia aerea statale Aeroflot e investì nel settore dell’alluminio. Divenne così tra i più noti e influenti e cosiddetti oligarchi, giovani imprenditori divenuti ricchissimi dopo aver comprato a basso prezzo le maggiori aziende pubbliche del paese, privatizzate in seguito al crollo dell’URSS.

Abramovich non ha mai subito le conseguenze penali dei controlli che il nuovo Presidente Vladimir Putin riscontrò nelle società di alcuni oligarchi, facendo così nascere sospetti di legami tra i due. L’oligarca rivendette a 13 miliardi di dollari le quote della Sibneft e investì nel gruppo siderurgico Evraz. È stato eletto governatore della Chukotka, remota regione russa vicina all’Alaska, ricca di risorse energetiche. Abramovich investe più di un miliardo di dollari del proprio patrimonio in opere pubbliche, conquistando così il consenso della popolazione. Ha comprato nel 2003 il Chelsea, storico club di Londra, portandolo sul tetto del mondo e aumentando la sua nomea a livello internazionale. Soft Power che la guerra in Ucraina ha incrinato.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.