Martedì 27 luglio 1993 –

Tre bombe, una a Milano e due a Roma. La prima a esplodere è quella a Milano in Via Palestro, davanti al Padiglione d’Arte Contemporanea. È una telefonata anonima ad avvertire che del fumo sta uscendo da un’auto. Quando l’agente di Polizia Municipale Alessandro Ferrari, accompagnato da tre pompieri Carlo La Catena, Stefano Picerno e Sergio Pasotto provano ad aprire la portiera dell’auto sono investiti dall’esplosione, ci sarà anche una quinta vittima Moussafir Driss che stava dormendo su una panchina lì vicino. Cinque vittime, dodici feriti e ingenti danni a dipinti e sculture del Padiglione d’Arte Contemporanea e di Villa Reale.

Alle 23,58 a Roma davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano esplode un’altra autobomba. Quattro minuti più tardi la terza davanti alla chiesa di San Giorgio al Velabro. Il bilancio è di 22 feriti e le due chiese gravemente danneggiate.
«Di fronte al ripetuto tentativo criminoso di creare disordine e panico per frenare il Paese nel suo moto di rinnovamento, il governo riafferma la sua determinazione di garantire il diritto degli italiani al progresso democratico nella libertà», sono le prime parole del Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi.

A livello giudiziario mandanti ed esecutori, tutti appartenenti alla mafia, sono stati condannati in via definitiva.

Sabato 27 luglio 2013 –

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che riguarda Città metropolitane e province in vista dalla loro abolizione dalla Costituzione. Questo passaggio prevede una riassegnazione delle funzioni a Comuni e Unione dei comuni.

Approvato dal Governo il decreto che prevede il divieto di fumo assoluto nelle scuole anche all’aperto, stralciata invece la parte che prevedeva il divieto di fumo in auto in presenza di bambini e donne incinte.

Infuocata direzione del Partito Democratico Epifani, Franceschini, Bersani e Letta propongono di far scegliere il prossimo segretario del partito ai soli iscritti. Non viene però trovato l’accordo e la decisione viene rinviata.

Rio de Janeiro: un milione di giovani con Papa Francesco per la Via Crucis degli ultimi, una stazione è dedicata ai social network, che possono dare dipendenza e confondere fra reale e virtuale.

Sono 75 i morti degli scontri tra forze della sicurezza e sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi nei pressi della moschea Rabaa el Adaweya, al Cairo. Lo dice l’agenzia ufficiale Mena, di fatto confermando il numero di vittime annunciato dai Fratelli musulmani. La tv Al Jazeera ha parlato di 120 morti e oltre 4.500 feriti.

Franco Bellacci

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