Annamaria Mantile è morta a 62 anni. Viveva nel quartiere Vomero, a Napoli, e insegnava inglese all’Istituto Comprensivo Pavese. La sua morte desta sconcerto e perplessità perché è avvenuta a pochi giorni dalla somministrazione della prima dose del vaccino anti-covid. Nessuna correlazione – meglio chiarirlo fin da subito– al momento è stata riscontrata tra la somministrazione del farmaco e il decesso. Sul caso comunque è stata aperta un’inchiesta dietro denuncia dei familiari.

Quello che al momento si evince da questa storia è semplicemente una tragica scomparsa, di una docente elegante, che si prendeva cura della madre 91enne nel suo appartamento in via Bernardo Cavallino. L’inchiesta è stata aperta per volere dei familiari: che non hanno niente a che fare con i No-Vax. Sono stati comunque disposti il sequestro della salma e l’autopsia per risalire alle cause del decesso.

Mantile non soffriva di patologie pregresse, non assumeva medicinali se non un integratore per il colesterolo, non era positiva al coronavirus a quanto risulta. Il fratello ha ricordato a Il Mattino quanto gli studenti l’apprezzassero per l’allegria e la competenza. Fino all’esito degli accertamenti non si può parlare di correlazione tra il vaccino e il decesso, sopravvenuta per problemi respiratori, accompagnata da un malessere generale e nausea. Mantile è morta infine per un arresto cardiaco. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia Vomero.

Solo qualche giorno fa Ugo Scardigli, paramedico di 53 anni, di Pietravairano in provincia di Caserta è morto dopo aver ricevuto entrambe le dosi del vaccino. Era però risultato positivo alla variante inglese del covid. A Il Riformista Gennaro Iaconis, dottorato in Virologia, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Cambridge, ha escluso ogni dubbio sulla validità dei vaccini. “L’organismo di un individuo reagirà in una maniera molto simile a quella di un altro, ma con qualche grado di variabilità, proprio perché siamo simili, ma non identici. Ne consegue che alcuni avranno risposte diverse da altri, e in alcuni casi queste risposte si manifesteranno come effetti collaterali. Al momento, e mi sento di dire anche nel prossimo futuro, non abbiamo i mezzi adatti per progettare vaccini specifici per individuo”, aveva detto Iaconis. Il farmaco in quel caso non aveva prodotto in tempo anticorpi a sufficienza. Tutto invece da chiarire il caso dell’insegnante 62enne.

Per fugare ogni altra teoria del complotto o No-Vax, si cita quindi il primo rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), diffuso a inizio febbraio. “Nel periodo considerato (27 dicembre 2020 e il 26 gennaio 2021, ndr) sono pervenute 7.337 segnalazioni su un totale di 1.564.090 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 469 ogni 100.000 dosi), di cui il 92,4% sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Con Comirnaty (Pfizer-BioNTECH, ndr) sono state osservate anche cefalea, parestesie, vertigini, sonnolenza e disturbi del gusto mentre con il vaccino Moderna, nausea e dolori addominali”. Il dossier segnala anche reazioni locali e dolori articolari, la febbre soprattutto dopo la seconda dose di richiamo. Gi effetti si verificano soprattutto il giorno della vaccinazione o il giorno dopo, l’85% dei casi. “Del 7,6% di segnalazioni classificate come ‘gravi’, per le quali è in corso la valutazione del nesso causale con i vaccini, tre su quattro non hanno richiesto intervento specifico in ambito ospedaliero. Nel periodo sono stati segnalati anche 13 decessi avvenuti nelle ore successive alla vaccinazione che, nelle segnalazioni più dettagliate e complete di dati, non sono risultati correlati alla vaccinazione e sono in larga parte attribuibili alle condizioni di base della persona vaccinata”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.