Chi si vaccina dovrà continuare a rispettare le regole
Chi si è vaccinato può trasmettere il Covid? E da quando si è immuni?

Dopo i primi vaccini si stanno valutando gli effetti e nuove domande vengono a galla. Posto che la vaccinazione sia in grado di evitare i sintomi e lo sviluppo della malattia, le persone che si vaccinano e entrano in contatto con Sars-Cov-2 saranno contagiose o no? Non c’è ancora una risposta univoca da parte della comunità scientifica per le vaccinazioni che si stanno ancora susseguendo.
Nell’incertezza il Ministero per la Salute raccomanda che anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione si dovrà continuare a osservare le buone pratiche di prevenzione e protezione attualmente previste, come indossare la mascherina, lavare spesso e accuratamente le mani e mantenere il distanziamento fisico e areare gli ambienti al chiuso. Questo finché i dati sull’immunizzazione non evidenzieranno con certezza che oltre a proteggere sé stessi il vaccino impedisce anche la trasmissione del virus agli altri e si arriverà a superare la pandemia in atto.
La questione è stata sollevata tra gli altri da Ilaria Capua che ha detto: “Chi si vaccina contro il coronavirus si può infettare lo stesso e trasmettere la malattia se non porta la mascherina. Quando si parla di efficacia si fa riferimento alla malattia: esistono pochissimi vaccini che danno immunità sterile e se incontro il virus sono totalmente impermeabile”.
Effettivamente anche l’Organizzazione mondiale della sanità, in un rapporto sul funzionamento dei vaccini, ha sottolineato come la maggior parte di essi abbiano principalmente lo scopo di “prevenire le malattie”, e non necessariamente di “proteggere dalle infezioni”. Poi ce ne sono alcuni, come per esempio quelli contro l’epatite A o contro il papillomavirus umano (Hpv), che hanno dimostrato di essere efficaci sia contro le malattie sintomatiche che contro le infezioni asintomatiche: una sorta di doppia protezione che è proprio quella che Capua chiama immunità sterile. Ma gli studi vanno avanti e ancora c’è bisogno di qualche tempo per avere certezze.
Qualche dato certo però già si può avere e si tratta dell’efficacia dei vaccini. Sul sito del Ministero della salute si legge: “Gli studi clinici su Comirnaty (Pfizer-BioNtech) e Moderna hanno dimostrato un’efficacia molto elevata del vaccino, rispettivamente, dopo una settimana e dopo due settimane dalla seconda dose. Il massimo della protezione si ha, quindi, dopo questo periodo. Sebbene anche dopo la prima dose è verosimile che ci sia una certa protezione dal virus, questa non è immediata dopo l’inoculazione del vaccino, ma si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall’iniezione. La seconda dose del vaccino, effettuata ad almeno 21 giorni dalla prima dose per Comirnaty e a 28 per Moderna, ha il compito di rinforzarla e renderla più prolungata”.
L’azione dei vaccini necessita di un certo periodo di tempo per svolgersi pienamente e fornire la protezione nei confronti del virus. Gli studi clinici hanno evidenziato un’efficacia protettiva del vaccino anti-COVID19 Comirnaty (Pfizer-BioNTech), attualmente in somministrazione, pari al 95% dopo una settimana dall’inoculazione della seconda dose. Già dopo circa 7-14 giorni dalla somministrazione della prima dose inizia a svilupparsi una certa protezione dal virus, una protezione che la seconda dose, effettuata dopo 21 giorni dalla prima, rinforza e rende più prolungata ed efficace.
Per quanto riguarda, invece, il vaccino Moderna, autorizzato dall‘Aifa il 7 gennaio 2021, l’immunità si considera pienamente acquisita a partire da due settimane dopo l’inoculazione della seconda dose, che va effettuata a distanza di 28 giorni dalla prima. Ad ogni modo, anche dopo essersi vaccinati è importante continuare a prestare attenzione alle regole di prevenzione anti-COVID19 (utilizzo della mascherina, distanziamento fisico, lavaggio frequente delle mani e areazione dei locali).
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