Il caso di razzismo all’ente guidato da Vicini
Adisurc contro i disabili, insorgono le associazioni ma De Luca tace…
«Il servizio di portierato, reception, accoglienza e custodia, prevede delle prestazioni per le quali è richiesta la piena idoneità fisica e psichica del personale addetto. Si ritiene, pertanto, che l’inserimento del numero di disabili indicato da codesto Operatore economico nell’organizzazione del servizio portierato, vigilanza e custodia possa inficiare sensibilmente l’efficienza e l’efficacia del servizio».
A scrivere nero su bianco la definizione che la Treccani potrebbe tranquillamente inserire accanto alla parola “razzismo” è l’Adisurc, l’ente della Regione Campania guidato dal direttore generale Paolo Vicini che si occupa dell’affidamento della gestione delle residenze universitarie. La vicenda, invece, è quella raccontata su queste pagine due giorni fa: la Romeo Gestioni partecipa a una gara per la gestione delle residenze universitarie, la vince, poi l’appalto salta. Tra le motivazioni fornite da Adisurc il fatto che la Romeo non ha specificato da subito che intendeva affiancare all’organico già presente di 32 lavoratori altre dieci persone affette disabilità.
Non era tenuta a farlo. I dieci possibili lavoratori sono stati scartati a prescindere, ritenuti dai vertici Adisurc “non meritevoli” neanche di accedere a una valutazione di idoneità. E poi c’è una normativa nazionale, la legge 68/99, che regola l’assunzione delle persone con disabilità. Ma evidentemente questo ai vertici di Adisurc e soprattutto al presidentissimo della Regione Vincenzo De Luca è sfuggito. Non è sfuggito a coloro che invece i diritti dei disabili li difendono davvero. E che si sono incazzati. Giustamente. «Il comportamento assunto da Adisurc e dalla Regione Campania esprime posizioni discriminatorie nei confronti delle persone con disabilità» afferma a voce alta Daniele Romano, presidente FISH Campania, Federazione italiana per il superamento dell’handicap.
«Oltre a non rispettare la normativa nazionale quale la legge 68/99 e la 18/09, esprime un giudizio frutto di stereotipi e di una visione al limite dell’offensivo giudicando a priori tali persone inidonee a svolgere le mansioni previste. Aggiungiamo che come Associazione chiediamo alla Regione l’annullamento di tale provvedimento, chiediamo inoltre che vengano immediatamente messe in campo tutte le azioni per rendere accessibili e fruibili i luoghi di lavoro oltreché implementare una formazione specifica per tutto il personale finalizzata a superare i pregiudizi, stereotipi e soprattutto a conoscere realmente le tante conquiste nel mondo del lavoro da parte delle persone con disabilità». Già…
A incazzarsi è stata anche Rosaria Duraccio, presidente Mo.V.I.Ca, che la disabilità la conosce profondamente. È nata con l’Atrofia Muscolare Spinale di tipo 2 (SMA 2), non ha mai camminato, ma di strada ne ha fatta comunque. «La vita indipendente delle persone con disabilità passa anche dal lavoro – ricorda la presidente – Quello della Adisurc purtroppo non è il primo caso del genere, ma è sintomatico di un sistema in cui le aziende spesso preferiscono pagare le multe piuttosto che ottemperare alla legge ed assumere una persona con disabilità o di categorie protette. In questo caso la vicenda è ancora più assurda, in quanto è l’ente pubblico che non permette di rispettare la legge. Sarebbe opportuno che la Regione Campania intervenisse annullando questo provvedimento pieno di stereotipi e pregiudizi».
Sarebbe necessario. E non basterebbe comunque a ridimensionare un atteggiamento gravissimo. «In buona fede immagino che De Luca non sappia nulla di questa storia – commenta Toni Nocchetti – presidente dell’associazione Tutti a scuola e in prima linea nelle attività di volontariato – E poi, interroghiamoci: chi sono i disabili? Potrebbe essere considerato persona con disabilità anche una persona che passa tutto il giorno davanti allo schermo del cellulare. E poi, vorrei dire ad Adisurc le persone disabili da assumere in questo caso non sarebbero state lavoratori con disabilità cognitive (purtroppo la P.A. deve ancora fare molto in questo senso) ma soggetti che tranquillamente avrebbero potuto svolgere questo lavoro. È sconcertante». Sulla questione è intervenuto anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli Luca Trapanese: «Mi appello alla sensibilità e all’attenzione che il presidente De Luca ha sempre dimostrato sul tema dei diritti dei disabili. Sono certo che non sappia nulla di questa decisione presa da Adisurc e sono sicuro che risolverà questa brutta questione». Siamo e rimaniamo garantisti: non lo sapeva. Ora lo sa. Cosa dice?
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