Raggiunto da un colpo di pistola che poteva essere mortale. È l’agguato di cui è rimasto vittima Gustavo Bardellino, 42 anni, un cognome ‘storico’ della camorra Casalese: si tratta infatti del nipote di Antonio, fondatore del clan ‘ufficialmente’ ucciso nel 1998 in Brasile, dove si era rifugiato, col corpo mai ritrovato delle autorità.
Gustavo è stato vittima di quello che pare essere a tutti gli effetti un agguato nel tardo pomeriggio di martedì 15 febbraio a Formia, nota località marittima del basso Lazio, in provincia di Latina, dove è fortissima l’infiltrazione dei clan camorristici.
Ad indagare sul caso sono Carabinieri della Compagnia di Formia coordinati dalla Distrettuale antimafia di Roma, sostituto procuratore Corrado Fasanella: Bardellino era all’interno dell’autoconcessionaria in cui lavora, la ‘Auto Buonerba’ di via Ponteritto, nella frazione di Gianola, quando almeno un uomo gli ha sparato contro.
Il proiettile esploso da distanza ravvicinata lo ha raggiunto alla schiena, vicino a un polmone: il 42enne è stato soccorso del personale del 118 e trasportato in ospedale a Formia dove è stato sottoposto ad una operazione d’urgenza. L’intervento chirurgico è perfettamente riuscito e Bardellino junior non è in pericolo di vita.
Un agguato che potrebbe portare ad una guerra di camorra nel basso Lazio. Una zona che era stata ‘conquistata’ dai Bardellino dopo la guerra di camorra in provincia di Caserta. La famiglia del boss che ha fondato i Casalesi aveva infatti messo radici a Formia dopo la notizia della morte del capoclan in Brasile: il sud Pontino però è da tempo oggetto di scontro tra fazioni opposte che si contendono il territorio.
Sull’agguato ai danni di Bardellino si è espresso anche Cesare Sirignano, ex pm della DDA di Napoli e per anni autore di indagini di caratura sulla zona di Formia: “Troppo presto per fare ipotesi ed evocare conflitti, tuttavia l’episodio rappresenta di per sé un fatto oltre che grave per le modalità, anche sintomatico di una rottura con il passato, in cui solo in casi davvero eccezionali vengono colpiti parenti o congiunti di elementi di vertice di una organizzazione mafiosa o legati alla sua storia come nel caso dei Bardellino“, sono le parole riportate dall’Agi. “Occorre attendere l’esito delle indagini – suggerisce il magistrato – per comprendere cosa sia realmente accaduto e se questo episodio costituisca o meno un sintomo di una malattia più grave che non tarderà a manifestarsi“.
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