Con “Abbracciame” il cantante ha unito tutti, da Nord a Sud
Andrea Sannino tra Capodimonte e il no di Sanremo: “Colpito perché canto l’amore in napoletano”
“Un oltraggio”. Così è stato definito il videoclip musicale “Voglia”, l’ultimo brano di Andrea Sannino girato a Capodimonte. Una polemica che ha messo contro critici d’arte e protagonisti della cultura ma che il cantante ha bypassato con eleganza: “Ringrazio per le critiche perché fanno sempre crescere ma sono democratico al mille per mille: l’arte è di tutti”.
“’Voglia’ nasce un anno fa, prima di questo anno maledetto. ‘Voglia’, quindi desiderio, è un sentimento che accomuna tutti in questo momento. A prescindere dall’amore c’è voglia di fare tantissime cose. Per noi è un buon augurio”, ha spiegato Sannino. Ma cosa c’è di sbagliato in una canzone d’amore cantata in un luogo d’arte? Tutto è partito dalle critiche mosse da Tommaso Montanari e Nicola Spinosa che si sono duramente scagliati contro l’operazione che unisce musica e cultura. Molti però si sono schierati al fianco del cantante elogiando la sua iniziativa che porterà certamente a conoscere un luogo di cultura come Capodimonte a tante persone in più proprio grazie a quel videoclip. Ma quello che realmente ha colpito Sannino della polemica è stato l’utilizzo inappropriato di un termine attribuitogli: “cantante neomelodico”.
“Forse i due critici d’arte dovrebbero studiare meglio la musica – dice – Mi hanno definito ‘neomelodico’ in senso dispregiativo ma la parola non lo è. Significa nuova melodia, e io sono orgoglioso di rappresentare la nuova melodia napoletana. Usato in senso dispregiativo mi ha offeso. Così la gente pensa che io stia con un mitra sotto il Caravaggio a inneggiare alla malavita e alla camorra. Purtroppo ormai è questa l’idea che in tanti hanno di questa parola”. Ma per Sannino così non è. Viene dunque da chiedersi: per i critici d’arte il videoclip era forse un “oltraggio” perchè il cantante è un “neomelodico”? Se la stessa cosa l’avesse fatta un cantante lirico andava bene?
Per il cantante è stata una bella emozione girare il videoclip in quel luogo magico che è Capodimonte. “Siamo stati rispettosi del luogo, a partire dall’abbigliamento. Capodimonte non ha bisogno della mia pubblicità ma se io posso essere un veicolo per arrivare a tante persone che non conoscono l’esistenza di Capodimonte e di Caravaggio, perché ce ne sono e come, io sono onorato se anche solo 10 di quelle persone domani vanno a visitare il Museo”.
A questo si aggiunge un altro intento da non sottovalutare: quello di farsi promotore di una denuncia sociale forte. “Musica e arte sono i due comparti forse maggiormente danneggiati dalla pandemia – ha spiegato – unendo le due cose abbiamo provato anche a sensibilizzare sulla riapertura dei musei, paradossalmente aperti in settimana ma chiusi nel weekend quando potrebbe essere un diversivo e invece tutti si aggregano sul lungomare”.
E racconta che mentre girava il videoclip il museo era aperto al pubblico ma vuoto. Molte guide turistiche hanno assistito alle riprese e hanno già pensato a organizzare un “Tour Sannino”, attraverso le opere che scorrono dietro il videoclip. Un’idea già realizzata per lo stesso motivo dai fan di Beyoncé al Louvre.
Il brano è stato premiato con più di 200mila visualizzazioni su YouTube in nemmeno 5 giorni, forse complice anche la polemica nata, ma è stato scartato da Sanremo. Una esclusione che Sannino ha vissuto con grande filosofia, “ci riproveremo un’altra volta”, ha detto. Ma la cosa che lo ha colpito maggiormente è il dito puntato contro la lingua napoletana da parte del regolamento del Festival della canzone. “Gli artisti napoletani per fortuna vanno a Sanremo come ospiti, ma in gara la lingua napoletana manca da tempo – ha detto – È questo il mio rammarico più grande. Sono stato costretto dal regolamento a cambiare la mia canzone, e a tradurne metà. Come tutte le cose metà e metà non rende e quindi forse è stato anche questo. Non capisco l’esclusione della nostra lingua da un regolamento, quando nel mondo il mande in Naples è considerato come Made in Italy a livello musicale”.
Un vero paradosso se si considera che “Abbracciame”, altro fortunato brano di Sannino, nemmeno un anno fa portava gli italiani da Nord a Sud, fuori ai balconi a cantare a squarciagola proprio in lingua napoletana. Un canto che unì tutti e fece sentire le persone più vicine durante il lockdown. “Magari l’ha cantata anche Spinosa dal suo balcone – ironizza Sannino – Se la mia musica ha aiutato a esorcizzare la paura degli italiani io ne sono felice. I dottori sono il vero simbolo di questa lotta, a loro è affidato il compito di curare le persone, alla musica spetta quello di curare le anime e sono onorato che ‘Abbracciame’ fa parte di questa cura”
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