Ci sono voluti 10 anni, ma Maurizio Bettazzi ha ottenuto finalmente giustizia e anche una sorta di “vendetta” politica. Perché l’ex presidente del Consiglio comunale di Prato, che nel lontano 2013 era stato accusato di abuso d’ufficio e concussione, dopo una lunga trafila giudiziaria può finalmente rivendicare l’assoluzione con formula piena.

E così, in una sorta di riedizione toscana del film capolavoro “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, pellicola vincitrice di due premi Oscar, Bettazzi ha tappezzato la città di cartelloni 6×3 in cui spicca il suo volto e le scritte a caratteri cubitali “Assolto dopo dieci anni, il fatto non sussiste”.

Una rivincita per l’ex presidente del Consiglio comunale, incarico ricoperto dal 2009 al 2013, quando nel luglio di quell’anno si dimise per l’indagine che ora lo vede assolto.

Ora dunque il passaggio al contrattacco per rivendicare la sua innocenza e riabilitare la sua immagine, ovviamente macchiata dalle accuse e dalla lunga indagine. Inchiesta che riguardava il suo ruolo professionale di mediatore creditizio: l’ex politico di centrodestra aveva fornito una consulenza a una banca del territorio e a una società partecipata dal Comune, la Asm, in cerca di finanziamenti per alcune linee di credito: la procura ipotizzava che la consulenza fosse una “tangente mascherata”.

I manifesti saranno presto una decina e resteranno almeno per un mese – dice Bettazzi a Repubblica – Purtroppo non posso più farlo sapere alle persone che sono morte in questi anni e confermargli ciò che gli dicevo. Chi mi aveva tolto il saluto e chinava la testa quando mi incrociava, adesso vedrà il cartellone e saprà che ero la stessa persona di prima di questa vicenda“.

Bettazzi sottolinea anche la “persecuzione” della magistratura inquirente nei suoi confronti: “La giustizia giudicante mi ha sempre assolto, mentre i pubblici ministeri hanno continuato una persecuzione verso di me”, spiega senza tanti giri di parole.

Venerdì scorso il politico, fresco di assoluzione, aveva subito convocato una conferenza stampa per comunicare la ‘liberazione’ dalla battaglia giudiziaria, poi l’insolita scelta dei cartelloni sparsi per la sua città. “Ho passato gli ultimi dieci anni a soffrire da innocente, passerò i prossimi dieci a spiegare ciò che mi è successo a chiunque vorrà ascoltare“, aveva detto in conferenza Bettazzi.

Idea, quella dei cartelloni, che “amici e conoscenti hanno apprezzato”, spiega oggi Bettazzi, che non nasconde la possibilità di tornare a fare politica. Nel cartellone infatti è presente in basso la dicitura “PdM”, ovvero “Partito di Maurizio”. Ironicamente però l’ex presidente del Consiglio comunale di Prato spiega che “potrebbe anche essere a sigla di ‘perseguitati dalla magistratura’“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia