Quella della scuola di Nashville è la 128esima sparatoria di massa negli Stati Uniti nel 2023, secondo i dati del Gun Violence Archive. Una lunga scia di violenze che colpisce i bambini e che sembra avere sempre lo stesso copione: un giovane ex alunno che imbraccia le armi acquistate legalmente, indossa abiti da guerra, fa irruzione nella scuola e spara senza un perché. Ed è la stessa cosa che è accaduta a Nashville nella Covenant School, scuola dell’infanzia ed elementare, affiliata alla Chiesa presbiteriana. Audrey Elizabeth Hale , 28 anni, con due armi semiautomatiche e una pistola, vestita con un pantalone mimetico, giubbotto d’assalto e cappellino, è entrata nella scuola e ha sparato.

Quattordici minuti di puro terrore durante i quali sono morti tre bambini, tre adulti e anche l’assalitrice colpita dalla polizia. Evelyn Dieckhaus, Hallie Scruggs avevano 9 anni, William Kinney 8 ma presto avrebbe raggiunto l’età dei compagni. Con loro sono stati uccisi Katherine Koonce, 60 anni, dirigente dell’istituto; Mike Hill, 61 anni, custode; e una insegnante supplente, Cynthia Peak, 61 anni. L’allarme è scattato alle 10 del mattino e gli agenti sono intervenuti per fermare la furia omicida di Audry, colpita dalla polizia che ha ritrovato addosso alla ragazza mappe dettagliate della scuola e persino il piano di azione con i punti non sorvegliati segnalati. Alcuni appunti anticipavano quello che sarebbe successo alla Covenant School. Nell’auto c’erano altri scritti. La scuola, ha spiegato il capo della polizia di Nashville, John Drake, è l’unico obbiettivo preso di mira. “Ma c’era – ha aggiunto il capo della polizia di Nashville – anche un’altra location”, ma non ha indicato quale.

Resta un mistero il movente che abbia potuto spingere la giovane al folle gesto. Più tardi il capo della polizia ha detto alla tv Nbc che Hale nutriva “risentimento nei confronti della scuola”. Le amiche della 28enne parlano di “una ragazza dolce”, forse un “po’ troppo silenziosa”. Aveva studiato proprio nella scuola in cui ha fatto irruzione per sparare. Sul suo profilo Linkedin e sul suo personale sito web, Hale si presentava come graphic designer con focus sui loghi per il business. Aveva una laurea, presa l’anno scorso al Nossi College of Art di Madison, Tennessee, in illustrazione e graphic design. Aveva trovato lavoro. Abitava a poco meno di cinque chilometri dalla scuola.

Eppure c’era qualcosa dentro di lei che non andava e che la comunità non aveva probabilmente colto. Al centro delle cronache il fatto che Audry avesse annunciato di essere transgender e che si identificava come maschio. Non è chiaro se questo corrisponde al vero, perché chi la conosceva parla di lei al femminile, certo è che sui suoi social si riferiva a se stessa con pronomi maschili. Il tema della sua identità sessuale sta già diventando il centro della storia per la destra Usa, un modo per nascondere il problema delle armi facili. La madre, Norma Fort Hale, ha commentato a Abc: “E’ molto difficile ora, chiediamo un po’ di privacy. Non ce la faccio a parlare. So che oggi ho perso mia figlia”. Una vicina di casa, amica di Hale, Sandy Durham, ha aggiunto: “Non c’era mai stato un segnale di quello che sarebbe successo. Mai. Era così dolce. Non so cosa sia successo. E’ tutto così spaventoso”.

La sparatoria di Nashville è solo l’ultima di una drammatica serie di sparatorie avvenute nelle scuole e che vedono vittime bambini piccolissimi. L’episodio più grave dell’ultimo anno è Uvalde, in Texas, nel maggio scorso, quando un giovane armato di un fucile semiautomatico ha ucciso 19 bambini e due insegnanti. Quella odierna è una delle rare sparatorie di massa compiute da una donna: dal 1979 ad oggi, come riporta Nbc, quelle compiute da donne sono state 17, di cui 7 nelle scuole, inclusa quella a Nashville. Una storia che ricorda quanto accaduto nella scuola elementare di Cleveland a San Diego, il 29 gennaio del 1979. Brenda Spencer, appena sedici anni, apre il fuoco e provoca la morte di due persone. Ad un giornalista che riesce a contattarla al telefono motiverà l’omicidio con questa frase: “Non mi piace il lunedì”.

Questi giovani che impugnano le armi e sparano, secondo gli studiosi, hanno target consolidati e comuni a tutti. Magari in precedenza frequentato le medesime aule, come Adam Lanza, il carnefice dei piccoli di Newtown , la stessa Audry Hale. Può considerare l’istituto la causa dei suoi “mali” oppure colpirlo perché lo ritiene un ostacolo (immaginario) alla propria esistenza. O ammazza per far soffrire, scatena la sua furia contro chi vive felice. Oppure cova un risentimento legato a scelte religiose, al modo di essere.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.