La settimana scorsa la Nissan ha annunciato che costruirà un nuovo modello di automobile elettrica nel suo stabilimento di Sunderland insieme alla prima fabbrica di batterie su larga scala del Regno Unito. Il progetto, da un miliardo di sterline, è realizzato con Envision Aesc, l’Automotive Energy Supply Corporation, un produttore di batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici istituito nel 2007 come joint venture tra Nissan, Nec e Tokin Corporation. Intervistato dal Financial Times, Kwasi Kwarteng, Segretario di Stato per gli affari economici, l’energia e la strategia industriale del Regno Unito, si è detto convinto che l’investimento di Nissan creerà un “domino” tra altri produttori di batterie o di automobili con l’obiettivo di investire in Uk. D’altra parte, la decisione del governo britannico di vietare la vendita di veicoli a benzina e diesel entro il 2030 stimola la corsa dell’industria automobilistica del paese alla realizzazione delle infrastrutture necessarie per costruire auto elettriche su larga scala.

A quanto pare, la mossa di Nissan, da una parte, e, dall’altra, la disponibilità del governo del Regno Unito di sostenere l’operazione dopo mesi di negoziati, ha spinto Stellantis, il gruppo nato dalla fusione di Fiat Chrysler e Psa, a investire una somma di poche centinaia di milioni di sterline nel sito di Ellesmere Port. Obiettivo? Produrre furgoni elettrici, la cui domanda è in crescente ascesa grazie al boom del mercato delle consegne a domicilio. Secondo Ft, l’iniziativa di produrre furgoni elettrici sarà un vero toccasana per Ellesmere Port, che ha perso centinaia di posti di lavoro negli ultimi anni con la diminuzione della domanda per il modello Astra che, invece, continuerà ad essere costruita in una struttura più efficiente in Polonia. Stellantis ha un accordo con il gigante energetico francese Total per creare fabbriche di batterie in Francia, Germania e un’altra località europea a oggi sconosciuta.

E mentre il Regno Unito negozia con sei aziende per accaparrarsi le “gigafabbriche” di batterie per le auto elettriche, i governi di tutta Europa sono in competizione per attirare gli investimenti delle fabbriche di batterie per proteggere le proprie industrie automobilistiche sempre più spostate verso la produzione di veicoli elettrici. Il governo del Regno Unito ha istituito un fondo di 500 milioni di sterline per corteggiare gli investitori nel settore delle batterie e ha offerto circa 100 milioni di sterline di sostegno al progetto Nissan. Alla partita dei veicoli elettrici partecipa anche l’Unione europea. Bruxelles stimola l’adozione di auto elettriche al fine di eliminare gradualmente il motore a combustione. Inoltre, vuol far pagare alle case automobilistiche un prezzo del carbonio come parte di un piano per decarbonizzare l’economia europea. La Commissione europea presenterà una serie di misure a luglio per raggiungere il suo obiettivo di ridurre le emissioni medie di carbonio del 55% nel 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Come ha detto Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea per la politica verde, l’Unione adotterà due misure: l’inasprimento degli standard sulle emissioni di Co2 per le nuove auto vendute nel prossimo decennio e una proposta per le case automobilistiche di pagare per l’inquinamento nell’ambito dello schema di scambio delle emissioni del mercato comune. Si tratta di misure stringenti che dovrebbero realizzare il sogno del Green Deal europeo: con l’Europa che diventa la prima grande regione a raggiungere le emissioni zero entro il 2050. Per questo Bruxelles mira alla riduzione del 100% delle emissioni medie di CO2 nelle nuove auto entro il 2035, rendendola una scadenza di fatto per le ultime auto a benzina e diesel da vendere nell’Ue. La tedesca Volkswagen si è messa a ruota, con l’annuncio di fermare la produzione di veicoli con motore a combustione in Europa entro il 2035.

Nonostante le inevitabili pressioni da parte dei produttori di veicoli, Bruxelles proporrà, entro il 14 luglio prossimo, un pacchetto di misure legislative che dovranno poi essere approvate dalla maggioranza dei deputati e dei 27 Stati membri. Ma la strada è segnata. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, nel 2020 i veicoli elettrici hanno costituito circa l’11% delle nuove immatricolazioni di auto in Europa: tre volte di più rispetto all’anno precedente.

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