Quando Francesco lo scorso 22 novembre è entrato in classe nella terza elementare di Rende (Cosenza) non ha trovato alcun bambino ad attenderlo. Nella nuova sezione in cui la madre lo aveva trasferito, i suoi compagni non si sono presenti, e non è stato un caso. Le famiglie dei bambini avrebbero scelto – secondo quando riportato dalla donna – di non mandare i loro figli a scuola per esprimere il loro dissenso sull’ingresso del nuovo arrivato.

Le parole della Mamma: “L’insegnante di matematica lo aveva definito disabile e fastidioso”

Francesco è considerato iperattivo, con difficoltà nel gestire la propria impulsività, ma dimostra un livello di intelligenza superiore alla media ed è bilingue. “Ho sempre creduto nell’istruzione ma purtroppo in un momento in cui servirebbe tastare il ruolo della scuola nell’educazione delle nuove generazioni, ho avuto la prova sulla mia pelle che certi insegnanti si rivelano promotori di inciviltà umana”. Marianna è un’avvocatessa cosentina e parla così a Repubblica del fatto increscioso di mercoledì scorso. Aveva spostato il figlio in una nuova classe a causa di incomprensioni con alcune maestre che si ostinavano a ribadire la necessità di un insegnante di sostegno pur avendo comunicato loro che la diagnosi di iperattività con funzionamento intellettivo superiore alla media non rappresentava un requisito per il riconoscimento dell’invalidità. “L’insegnante di matematica lo aveva definito disabile e fastidioso durante un incontro conoscitivo, e ha aizzato i genitori organizzando il piano”, tesi confermata anche da un’altra mamma.

L’esposto alla Procura

Ora l’avvocatessa ha scritto un esposto alla Procura dei minori di Catanzaro per violenza psicologica aggravata, rendendo partecipe il Garante per l’Infanzia Antonio Marziale che ha avviato un’istruttoria. Il ministro dell’Istruzione Valditara ha richiesto alla dirigente scolastica regionale di esaminare la vicenda per valutare eventuali provvedimenti da adottare: “Mi rincuora – ammette la mamma – spero farà luce sulle responsabilità”.

Tra le fortune dei bambini, c’è sempre l’innocenza a salvarli dalla crudele realtà: “Quel giorno Francesco ha avuto un piccolo crollo emotivo ma ha pensato che avessero tutti la febbre – ammette la madre – e ha preparato un disegno al suo nuovo compagno di banco da regalargli non appena guarito”. Nei successivi, con il ritorno in classe dei compagni, le scuse non sono arrivate. E la famiglia pensa ancora una volta ad un nuova classe.

Redazione

Autore