Per 28 tratti della costa emiliano-romagnola è stato emesso giovedì 28 luglio un divieto di balneazione temporanea causato dalla concentrazione superiore ai limiti fissati dalla legge della concentrazione del batterio Escherichia Coli. Le analisi dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (Arpae) ritengono piuttosto anomala la concentrazione dei batteri e hanno avviato già ulteriori analisi per verificare il rientro all’interno dei limiti.

I batteri Escherichia Coli possono causare infezioni che colpiscono il tratto digerente e le vie urinarie. I tratti interessati dal divieto interessano il comune di Goro, in provincia di Ferrara, un altro tratto a Pinarella di Cervia e altri 26 tratti in provincia di Rimi tra i comuni di Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica. Dopo le prime analisi la concentrazione è tornata nella norma già in sei tratti (in uno nel comune di Cervia, in tre in quello di Bellaria-Igea Marina e in due in quello di Rimini).

Corre ai ripari, per preservare la stagione balneare e l’economia dell’indotto turistico già stremata da due anni di emergenza covid, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad che ha chiesto alla Regione un incontro sul punto già programmato per domani venerdì 29 luglio. “Ho chiesto alla Regione, all’Ausl Romagna, ad Arpae, insieme ai Comuni della costa riminese e altri della Romagna, di partecipare a un incontro tecnico per analizzare e trovare soluzione all’anomalia dei campioni eseguiti da Arpae che ha fatto registrare il superamento dei limiti normativi”, la dichiarazione del primo cittadino.

Per Sadegholvaad “non vi è alcuna spiegazione tecnica né logica visto che, ad esempio a Rimini, a causa della siccità le paratie a mare non vengono aperte da quasi un mese e mezzo e la stessa Hera, che gestisce il ciclo integrato delle acque, ha formalmente comunicato di non avere riscontrato alcun guasto o difetto alla rete acquedottistica e fognaria”. La temperatura dell’acqua sopra la media di questi giorni avrebbe potuto causare una prolungata assenza di ventilazione e uno scarso ricambio delle acque favorendo la proliferazione dei batteri. Per il sindaco la decisione è un “mistero” che “rischia di danneggiare interi territori, intere economie per ragioni non individuabili, almeno ad oggi, nella razionalità“.

Il batterio Escherichia Coli si trova di solito nell’intestino. “Costituisce parte integrante della normale flora intestinale dell’uomo e di altri animali. Nonostante la maggior parte dei ceppi di E. coli siano innocui, ne esistono tuttavia alcuni che mettono a rischio la salute umana causando disturbi di diversa gravità – crampi addominali, vomito, diarrea con sangue”, si legge sul sito dell’Istituto Humanitas. “L’infezione da Escherichia coli può provenire da acqua o cibo contaminati – soprattutto da alimenti come frutta e verdura (che vengono spesso consumati crudi), latte non pastorizzato e carne non cotta – ma anche tramite il contatto da persona a persona, soprattutto quando i soggetti infetti non si lavano correttamente le mani”. La misurazione della concentrazione del batterio serve a stabilire la qualità idrica dell’acqua. I monitoraggi sono effettuati puntualmente e costantemente dall’Arpa in 98 punti del litorale romagnolo.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.