Sarebbe morto per soffocamento mentre si trovava nella culletta di un’abitazione di fortuna ricavata in una palestra abbandonata di Nola, comune in provincia di Napoli. Indagini in corso sul decesso di un bambino di appena 7 mesi, scomparso venerdì 17 giugno dopo il disperato tentativo dei sanitari dell’ospedale Santa Maria della Pietà del comune bruniano.

Raccapricciante il contesto familiare in cui viveva la piccola vittima, insieme ad altri due fratellini di due e tre anni, le cui condizioni di salute sono ora costantemente monitorate. Una situazione di degrado (a partire dall’aspetto igienico-sanitario) e malnutrizione gestita da due genitori con problemi, pare ancora oggi, di tossicodipendenza e ai quali erano stati già tolti tre figli più grandi, affidati ai servizi sociali del comune. Una situazione nota da anni dunque agli uffici di piazza Duomo ma nonostante ciò non è stata evitata l’ennesima tragedia. La famiglia in questione viveva in condizioni disumane nella palestra occupata situata nel rione Gescal.

Indagini in corso coordinate dall’autorità giudiziaria e condotte dalla polizia di Stato. Il piccolo, che si chiamava Samuele, è stato vittima di un incidente domestico e saranno gli accertamenti disposti dopo la tragedia a cristallizzare eventuali responsabilità.

Il primo intervento nella palestra abusiva è stato effettuato dai sanitari del 118 e dalla polizia locale guidata dal maggiore Emilio Nacar che ha provveduto subito ad allontanare i due fratelli, entrambi con problemi di salute, e consegnarli ai servizi sociali.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.