Prima la campagna elettorale, poi la ricostruzione
Bonaccini commissario, la destra fiuta le urne e taglia il governatore per conquistare l’inespugnabile Emilia-Romagna

Oggi pioverà ancora, in Romagna. Allerta arancione. E piove sul bagnato. Su frazioni isolate, strade crollate, campi infangati e aziende impraticabili. Piovono anche critiche, sull’operato del governatore Stefano Bonaccini. “Sembra evidente che non tutto quello che andava fatto per mettere in sicurezza quel territorio è stato fatto”, insinua Giovanni Donzelli in tv, ospite di Nicola Porro.
Rincara la dose il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, a margine della cerimonia per la festa della Repubblica a Bologna: “Ricostruzione? Abbiamo urgenza ma non fretta. Bonaccini commissario, dice il sindaco di Bologna, Lepore? Insistere su quel nome è la dimostrazione di come il Pd conti poco”. Bastone e carota: le responsabilità del Presidente dem della Regione viaggiano in parallelo con i primi due miliardi assegnati nel decreto urgente per i primi aiuti. Da Roma fissano il calendario: nell’inespugnabile Emilia-Romagna rossa si torna a votare nella primavera 2024. Il fango può trasformarsi nella creta con cui plasmare un cambio di segno dal sapore storico. Dall’Emilia, si ragiona sull’oggi, sul domani.
I volontari sono tanti (ieri si sono uniti ai diecimila Angeli del fango con pala e anfibi anche Cesare Cremonini e Nek, rispettivamente di Bologna e Sassuolo) ma i soccorsi faticano a trovare un coordinamento: la questione Commissario sembra ancora impaludata. Stefano Bonaccini è in campo. E sul campo. Dopo il tavolo operativo che il governatore ha convocato a Ravenna con il sindaco Michele De Pascale, i primi cittadini dell’area e i rappresentanti delle imprese, ieri il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, ha deciso di non poter più aspettare. “Ora che finalmente il decreto del Governo è uscito, possiamo affrontare i problemi più urgenti.
Non si può più perdere tempo, occorre essere operativi e temiamo che quando si spegneranno i riflettori dei media il processo di ricostruzione si perderà nelle pastoie della burocrazia. È questo il motivo per cui pensiamo che il commissario per la ricostruzione debba essere il presidente della Regione Bonaccini, che conosce bene il territorio”. Un endorsement sul quale anche Confindustria sembra orientata e che vede cadere le resistenze di Forza Italia. “La nomina del commissario per l’emergenza sarà fatta dal governo, che sono certa prenderà la decisione migliore”, dice la deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari, forlivese.
Che apre: “È chiaro che la valutazione di Bonaccini dal punto di vista regionale significa avere tutta una serie di elementi già pronti e le conoscenze per poter procedere in maniera immediata però questo non esclude che magari anche un tecnico esterno, con la collaborazione regionale, possa realizzare la ricostruzione. Io personalmente non sono contraria a Bonaccini commissario ma ritengo che si possa fare anche una nomina diversa. La priorità è dare velocemente risposte ai cittadini e alle imprese”. Angelo Piazza, giurista già ministro della Funzione Pubblica – e bolognese doc – guarda ai fatti: “Gli eventi climatici estremi, con i quali dobbiamo purtroppo fare sempre di più i conti, sono imprevedibili. Detto questo, l’Emilia Romagna ha la legge urbanistica sul consumo di suolo più severa d’Europa”.
E sulla figura del commissario straordinario, dà un parere nel merito: “Quella del commissario a seguito di catastrofe deve essere una figura tecnica ma anche politica. Altrimenti non sarebbe un vero commissario. I tecnici bravi ci sono già, nella P.a., serve una figura autorevole che conosca il territorio a menadito, che sappia muoversi nella miriade di enti locali. Io nominerei Stefano Bonaccini senza pensarci neanche un attimo”. Dello stesso avviso un altro profondo conoscitore del territorio come l’economista Giuliano Cazzola, opinionista apprezzato dal centrodestra.
“Se guardiamo agli effetti degli stravolgimenti climatici, si potrebbe dire sempre e per tutto che non è stato fatto abbastanza. Ma come dice Guido Bertolaso, siamo davanti a una catastrofe imprevedibile neppure nella nostra regione, così ben attrezzata. Dire di no a Bonaccini come commissario è un errore politico. Spero ci ripensino, non è mai troppo tardi per rimediare agli errori”. Il tempo per prendere decisioni, però, sta inesorabilmente scadendo.
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