Si indaga per omicidio a Rovigo
Cadavere fatto a pezzi e gettato nel fiume: il giallo del macabro ritrovamento
È un giallo il macabro ritrovamento di un cadavere nelle acque del canale Adigetto, corso d’acqua che si stacca dall’Adige e che viene usato per l’irrigazione, in provincia di Rovigo. Prima una gamba, poi il tronco, una testa, poi le due braccia sono stati rinvenuti nel corso d’acqua lungo via Casaria in direzione di Costa di Rovigo. Resti che apparterrebbero a un uomo di carnagione bianca, razza caucasica. Sulla scoperta agghiacciante la Procura della Repubblica di Rovigo ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di omicidio.
È cominciato tutto ieri mattina intorno alle 8:00: il personale del Consorzio di Bonifica Adige Po aveva trovato nei pressi di una chiusa sul canale, a Villanova del Ghebbo, adibita alla raccolta dei rifiuti, una gamba umana. Sul posto sono intervenuti i carabinieri con il medico legale per una prima ricognizione. Le perlustrazioni hanno portato nelle ore successive ad altre scoperte: sotto un ponte a Lendinara è emerso un sacco nero dell’immondizia, all’interno il tronco e la testa di un uomo. E infine a Villanova, in un altro sacco da rifiuti, sono state rinvenute le due braccia. Solo la gamba destra non è stata ancora ritrovata.
Secondo i primi riscontri del medico legale gli arti umani non si sarebbero trovati in acqua da molto tempo. “Dai primi riscontri si tratterebbe di giorni, forse poche settimane”, si legge nella ricostruzione di Rovigo News. Sul posto è intervenuto il sostituto procuratore presso il Tribunale di Rovigo Maria Giulia Rizzo. I militari della Compagnia di Rovigo con il comandante Maggiore Giovanni Truglio indagano per risalire all’identità della vittima mentre i vigili del fuoco proseguono con le ricerche.
La gamba sinistra risulta tranciata di netto. Il ritrovamento della testa ha confermato definitivamente che si tratta del cadavere di un uomo. Non è chiaro se la vittima di quella che appare senza ombra di dubbio una morte violenta sia stata uccisa sul posto o altrove prima di essere fatta a pezzi e gettata in acqua. La vicenda segue di solo qualche mese quella del cadavere senza testa ritrovato sulla sponda del Po a Occhiobello, in provincia di Rovigo, lo scorso quattro aprile. Si trattava in quel caso del corpo di una giovane donna. I resti in quel caso erano chiusi dentro un borsone sportivo. Il caso non era mai stato risolto e l’identità della donna mai accertata.
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