Il giorno stesso in cui Davide Fontana è stato arrestato – dopo la confessione dell’omicidio di Carol Maltesi, 26 anni e un bambino di sei, uccisa e fatta a pezzi prima di essere abbandonata in una scarpata, i resti raccolti in sacchi di plastica – la donna che per vent’anni aveva vissuto con il 43enne banchiere, food blogger, fotografo per passione e attore hard amatoriale ha chiesto la separazione. Il massacro compiuto tra il 10 e l’11 gennaio era stato tenuto nascosto per oltre due mesi. Periodo durante il quale la donna aveva “visto il marito tranquillo” e “nulla l’ha mai insospettita”, ha dichiarato la donna tramite il suo avvocato a Il Corriere della Sera Veneto.

Dal 19 marzo del 2021 i due non avevano “più convissuto e abbiamo comunicato solo per la gestione di aspetti pratici legati alla separazione e alla gestione ordinaria di beni in comune”. La donna si dice provata e straziata dal dolore, “mai avrei potuto immaginare che l’uomo con cui ho passato vent’anni della mia vita potesse commettere una cosa del genere”. Secondo quanto emerso dall’interrogatorio Fontana aveva conosciuto Maltesi sui social e poi le aveva fatto degli scatti in un hotel di Milano. Una relazione aperta, durata qualche mese. Maltesi si faceva chiamare Charlotte Angie dopo che aveva intrapreso una carriera nei video hard durante il lockdown per l’emergenza coronavirus.

Il giorno del delitto i due avrebbero girato dei video insieme. La 26enne era stata legata a un palo da lap dance nell’appartamento dove viveva a Rescaldina, provincia di Milano. “Stavamo girando un filmino hard. Lei era legata, aveva un sacchetto in testa. Ho iniziato a colpirla con un martello su tutto il corpo, non forte. Poi quando sono arrivato verso la testa ho iniziato a colpirla forte, non so bene il perché. Non so cosa mi sia successo. Credo fosse già morta ma non sapendo che altro fare le ho tagliato la gola con un coltello da cucina”. Il corpo sarebbe stato smembrato con un’accetta e un seghetto, conservato in un freezer a pozzetto.

Dopo aver tentato di bruciarlo in un barbecue, i resti erano stati chiusi in alcuni sacchi e trovati in una scarpata di Borno, in provincia di Brescia. Per giorni Fontana avrebbe risposto al telefono della 26enne fingendosi Maltesi, anche con il padre Fabio Maltesi. “Scrivevo a mia figlia e lui mi rispondeva facendo finta di essere la mia Carol. Credevo che lei stesse bene invece l’aveva già ammazzata, ci siamo mandati messaggi anche per il mio compleanno, ma ora ho scoperto che era lui a farmi gli auguri, non mia figlia … Sono sconvolto, ditemi solo che non è vero”, le parole dell’uomo.

Fontana e la moglie stavano tentando di vendere la casa. La parte del 43enne dalla cessione dovrebbe andare ai risarcimenti decisi dal giudice per i genitori e il figlio di Maltesi. “Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia della vittima. Sono provata e tremendamente addolorata per quanto accaduto, straziata per il dolore che questo uomo ha provocato”, ha aggiunto la donna. Il procuratore di Busto Arsizio ha fatto sapere di aver trovato riscontri alle dichiarazioni dell’indagato. Al vaglio il contenuto dei dispositivi elettronici sequestrati dagli inquirenti tra gli appartamenti di Fontana e di Maltesi.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.