Al compleanno del bimbo nessuna chiamata: così l'ex compagno ha capito che le era successo qualcosa
Omicidio Carol Maltesi, il dramma del figlio che ha perso la mamma: “Ora dobbiamo proteggerlo”

Carol Maltesi, 26 anni, era una giovane mamma. Aveva un figlio di 6 anni che viveva con il papà a Verona. Non era una donna sola e facile da dimenticare come forse aveva immaginato Davide Fontana che l’ha uccisa senza pietà colpendola a martellate nel suo appartamento di Rescaldina per poi farla a pezzi. Al dramma del femminicidio se ne aggiunge un altro, quello di un bambino che a soli 6 anni non potrà mai più abbracciare la sua mamma e godere del suo affetto.
Da quanto riportato dal Corriere della Sera, il piccolo vive con il papà nella Bassa veronese. Appena ha saputo della notizia si è trincerato con il figlio in casa per tenerlo lontano da quell’orrore, protetto dai nonni e dai vicini di casa. Ai cronisti che si sono appostati fuori casa sua ha detto solo: “Non è questo il momento di parlare. Devo salvaguardare la mia famiglia. È un momento delicato, devo solo proteggere tutti, in primis il mio bambino, e non mi va di rilasciare dichiarazioni”.
Intanto il bambino continua a chiedere della mamma che era sempre molto presente, nonostante non vivessero insieme. Andava spesso a trovarlo dal papà, almeno due volte al mese. Era legata a quel bambino avuto a 20 anni e che insieme all’ex compagno avevano stabilito che fosse “più opportuno che crescesse con il papà”, per i suoi impegni e i suoi obiettivi da raggiungere.
Carol aveva abitato nella provincia scaligera almeno fino al 2019 ed era stata impiegata come commessa in un centro commerciale in un negozio di scarpe dove lavorava a diretto contatto con il pubblico. I vicini la conoscevano bene e ne avevano un ottimo ricordo di quella ragazza. “Ha abitato qui per anni con quel ragazzo- ha spiegato una dirimpettaia – siamo tutti sconvolti da quello che è accaduto. Abbiamo riconosciuto subito la ragazza. Era una donna molto bella, sorridente e gentile. Mai avuto problemi con lei, davvero una tragedia immane”.
Era stata accanto al suo bambino per i primi anni della sua vita, poi aveva scelto di voltare pagina, andandosene nel Milanese per inseguire una nuova carriera. Ma nonostante la pandemia, il lockdown e le limitazioni era ritornata spesso nella Bassa per incontrare l’ex compagno e vedere il figlio piccolo che cresceva. L’ex compagno da qualche settimana aveva il sospetto atroce che le fosse accaduto qualcosa. “Ha continuato a chiamarla, e si è insospettito il giorno del compleanno del piccolo, perchè lei non mancava mai una videochiamata”, ha raccontato all’Ansa l’avvocato della famiglia di Carol, Manuela Scalia. Quando Maltesi non è comparsa in videochiamata, “il padre del suo bambino ha pensato di andare al Consolato, pensando che le fosse accaduto qualcosa”, ha aggiunto l’avvocato Scalia.
L’uomo non poteva immaginare cosa era successo alla madre di suo figlio. Davide Fontana, 43 anni, bancario, food blogger e attore amatoriale di video hard, vicino di casa di Carol, il 10 gennaio l’aveva uccisa a martellate e per 3 mesi ne aveva nascosto il cadavere cercando di disfarsene nei modi più orribili: prima l’ha fatta a pezzi, poi l’ha messa in un freezer, poi le ha tagliato via i tatuaggi per renderla irriconoscibile e infine, messa nei sacchi neri, l’ha gettata in montagna giù per un dirupo. E come se non bastasse ha finto che Carol non fosse morta, impossessandosi dei suoi account, rispondendo ai messaggi della famiglia fingendosi Carol. “Nel periodo in cui la ragazza sembrava scomparsa – ha spiegato il legale all’ANSA – la mamma ha continuato a chiamarla”, ma Davide Fontana, arrestato dopo aver confessato il delitto, “le aveva scritto fingendosi Carol di essere a Dubai, dove non poteva usare il telefono”.
“Voglio ricordare mia figlia come la conoscevo io, di quello che dicono gli altri non mi interessa”. Queste le parole della madre di Carol Maltesi affidate al suo avvocato Manuela Scalia. “Carol aveva una famiglia che la amava, anche se mamma e papà erano separati, le volevano bene, la chiamavano principessa” ha proseguito l’avvocato Scalia.
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