La visita del presidente francese
Caffè sospeso, Pulcinella e babà, a Macron Napoli piace così. E a noi pure
Avrebbero potuto buttarla tutta sulla cultura. E invece, almeno un po’, l’hanno buttata in caciara. Anzi, in folklore. E bene hanno fatto. L’arrivo in città di Emmanuel Macron è uno di quegli eventi che richiede l’abito buono, elegante, il migliore anche quando il migliore, come direbbe Totò, “il migliore non c’è”.
E allora va bene il caffè sospeso, la visita ai pulcinella di Lello Esposito e anche la signora che fuori al Teatro San Ferdinando al presidente del Consiglio Conte dice, lamentando il fatto che il quartiere sia solitamente sporco e abbandonato: «Jamm, ve voglio bene. Nun’ tenimm nu controll pe’ nient». Rinunciando alla tappa angioina nella Basilica di Santa Chiara, che pur sarebbe stata culturalmente coerente,
Monsieur le Président si presta a fare da sponsor a un po’ di quella napoletanità da cliché troppe volte snobbata ma che proprio ora, con l’emergenza Coronavirus pronta a falcidiare le prenotazioni dei turisti, potrebbe tornare utile alla città alle prese con la sua sopravvivenza quotidiana. E proprio su questo punto il presidente si appresta a rispondere, al giornalista che gli chiede se chiuderà le frontiere con l’Italia, un secco «No».
Il presidente Emmanuel Macron è arrivato in città poco dopo le 13 e subito si è diretto verso la prima tappa del suo minitour napoletano, la casa di Eduardo De Filippo, il Teatro San Ferdinando. Ad attenderlo, insieme al presidente del Consiglio Conte e al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, lenzuola bianche appese ai balconi degli edifici circostanti per protestare contro la scarsa attenzione del Comune al quartiere, solitamente lasciato all’incuria mentre ieri, per l’arrivo del presidente francese, era stato tirato a lucido. Ma gli abitanti del quartiere, tra i due interlocutori presenti, il sindaco e il presidente del Consiglio, preferiscono quest’ultimo. Il sindaco, tanto, non se ne occupa.
Poi l’arrivo del presidente francese, che seda la protesta. «Sono felice di essere a Napoli, una città che amo profondamente. Il teatro di Eduardo mi ha sempre accompagnato», dice Macron che proprio al drammaturgo napoletano deve l’incontro con la moglie Brigitte, sua insegnante quando al liceo mise in scena l’Arte della commedia. La delegazione italo francese si sposta quindi all’interno del teatro, dove il presidente visita le sale e ammira l’esposizione permanente con gli oggetti appartenuti a Eduardo e agli attori del teatro napoletano. Qui il sindaco dona a Macron una maschera di Pulcinella, creazione proprio di Lello Esposito.
«La cosa più bella che mi ha detto Macron? – dice il sindaco -. Il fatto di aver battuto la mano sul cuore quando l’ho ringraziato per le parole belle che ha detto, cioè che ama Napoli e i napoletani».
Da qui, poi, il presidente francese si è spostato verso il centro storico per la visita alla Cappella Sansevero. Una breve passeggiata nei dintorni di piazza San Domenico Maggiore e un bagno di folla dove Macron, abbandonando la sua jupitérien hauter, ha incrociato passanti, turisti e curiosi con cui ha scambiato qualche saluto. Prima della visita alla cappella, una veloce incursione a sorpresa nella boutique a palazzo Di Sangro dello scultore Lello Esposito. Subito dopo il presidente ha ripreso il programma stabilito con la visita al Cristo velato. Infine, prima di dirigersi a Palazzo Reale per l’inizio del vertice, Conte e Macron hanno fatto tappa nella storica pasticceria Scaturchio dove, come nella più classica delle tradizioni, hanno ordinato caffè, babà e ministeriale. E, per non uscir fuori dalle usanze locali, Conte ha pagato tre caffè sospesi, un’usanza che ha poi spiegato al presidente francese.
Completato il tour, Conte e Macron si sono spostati a Palazzo Reale dove, dopo le foto di rito con i ministri italiani e francesi, sono iniziati i lavori del vertice. «Non è un caso se Stendhal diceva che ci sono due capitali in Europa: Napoli e Parigi. Sono molto lieto di essere in questa città», ha detto il presidente Macron durante la conferenza stampa e ha poi aggiunto: «Lamartine diceva che la migliore vista sul mare si vedeva dalla baia di Napoli, e la migliore vista sulla terra dai Pirenei. Molti altri sono stati affascinati da Napoli. Questa città ha sempre ispirato i grandi, e io ringrazio per quanto fatto da Eduardo per il teatro napoletano e italiano».
Il vertice si chiude con un lungo, lunghissimo elenco di impegni che i due governi, nel patto di Napoli, si impegnano a portare avanti. E ce n’è per tutti: sanità, Fincantieri, Tav, Libia,cambiamento climatico, istruzione, Siria…
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