Carlo e Cateno si bacchettano le mani
Calenda “il bello del reame con le piaghe da decubito” contro il “buffone maleducato” De Luca. Botta e risposta social tra i due litiganti

Un botta e risposta infiamma il web più delle foto di Arisa che cerca marito su Instagram. In questo mite pomeriggio di fine estate Carlo e Cateno si danno battaglia sui social litigando a suon di meme e post al vetriolo. Da una parte il sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord affida il suo sfogo a X (ex twitter) utilizzando il famosissimo Specchio, specchio delle mie brame in cui il leader di Azione Calenda si riflette con tanto di coroncina e aria “malefica”. Le sue di brame, secondo Cateno, sarebbero le poltrone “avute in regalo” dalle quali proprio non riesce a staccare il fondoschiena. Un atteggiamento che gli avrebbe fatto sviluppare la “sindrome del più bello del reame” con problemi di piaghe da decubito come sapientemente sottolineato da De Luca nel suo post: “La differenza tra me e Calenda? Io ho i calli nelle mani, lui li ha nel culo per le tante poltrone che ha avuto in regalo soprattutto da Renzi: prima Ambasciatore, poi Ministro e per ultimo il seggio in Parlamento.”
1/2 La differenza tra me e @CarloCalenda ? Io ho i calli nelle mani, lui li ha nel culo per le tante poltrone che ha avuto in regalo soprattutto da @matteorenzi: prima Ambasciatore, poi Ministro e per ultimo il seggio in Parlamento. pic.twitter.com/Vrg4STzRlT
— Cateno De Luca (@CatenoDeLuca) August 28, 2023
Ma il leader di Azione proprio non ci sta e di fronte a cotanta sfacciataggine replica su Facebook al sindaco di Taormina proclamatosi in passato “Imperatore delle due Sicilie”. Bacchettone, inforca gli occhiali da vista (gli stessi che sfoggia nello specchio delle brame) e corregge Cateno: “Per inciso le due Sicilie erano un regno” e non un impero. Tiè. E “la verità è che De Luca ed altri personaggi hanno compreso che fare i buffoni maleducati è il modo più semplice per essere votati. Se la democrazia corre un rischio oggi è quello di finire nella farsa.”
E così quando lo scontro Cateno vs Carlo sembra volgere al termine, ecco che arriva la sentenza definitiva: “Calenda è un culu rinisciutu”. L’espressione colorita e inaspettata riaccende la polemica e viene tradotta dai messinesi emigrati oltreoceano “Calenda from zero to hero” ovvero uno che partito dal nulla poi riesce ad arrivare in alto. Un botta e risposta che si trasforma anche in una lezione di letteratura “Non rassegnarsi alla propria condizione sociale di nascita come i personaggi de “I Malavoglia” di Verga, ma riuscire a fare quello scatto di classe che possa migliorare la propria vita. In una società che spesso associa l’importanza di una persona al suo conto in banca, il tutto si riduce a un solo termine: arricchirsi.”
2/2 È un “culurinisciutu” con la sindrome del più bello del reame. @CarloCalenda è sbarellato perché ho continuato a dire no all’accordo con lui per uccidere @matteorenzi. Curati e smettila di attribuire patenti agli altri!
— Cateno De Luca (@CatenoDeLuca) August 28, 2023
Il termine volgare non è casuale, ma va a descrivere una persona che ha elevato rapidamente la propria condizione economica e sociale, pur senza aver migliorato anche le proprie maniere, lo stile e la cultura adattandole al suo nuovo ceto sociale. Un parvenu, dunque, facilmente riconoscibile attraverso i propri comportamenti e secondo Cateno un uomo (Calenda) che “ha sbarellato perché ho continuato a dire no all’accordo con lui per uccidere Matteo Renzi. Curati e smettila di attribuire patenti agli altri!” conclude il sindaco di Taormina. Finiranno a confrontarsi al Colosseo?
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