Firenze
Calenzano, continuano le ricerche sotto le macerie: identificata la prima vittima. Ipotesi esplosione nel deposito carburanti
Dalle ore 16 è stato interrotto l’avviso It Alert per le conseguenze del terribile incendio scaturito dalla potente esplosione che questa mattina ha scosso la provincia di Firenze, portando alla morte di due persone. Un tragico episodio verificatosi intorno alle 10:15 presso il deposito di stoccaggio Eni a Pratignone, nel Comune di Calenzano, vicino al centro commerciale I Gigli. Un boato percepito in molte aree circostanti, con un bilancio provvisorio che conta due morti e 26 feriti, tra cui alcuni in condizioni gravi. L’area è stata per ore avvolta da fiamme e fumo, mentre vigili del fuoco, ambulanze e forze dell’ordine sono stati impegnati nelle operazioni di emergenza, ma i soccorsi sono ancora in piena mobilitazione.
Le due vittime di Calenzano
La prima vittima identificata si chiama Vincenzo Martinelli, 51 anni, era autista di autocisterne e viveva a Prato. Sotto le macerie continuano le ricerche«Stiamo verificando se nell’area coinvolta dalle fiamme possano esserci altre persone”, ha dichiarato nel pomeriggio il portavoce dei vigili del fuoco Luca Cari. All’interno dell’area è entrata anche una ruspa. Un’esplosione che ha causato danni significativi anche nelle zone circostanti: finestre infrante, tetti crollati e vibrazioni percepite per chilometri, con molti residenti che hanno raccontato di aver avvertito il tremore delle pareti delle loro case.
L’ipotesi sui motivi dell’esplosione
Le cause dell’incidente non sono ancora chiare, ma secondo una prima ipotesi si è trattata di un’esplosione nel deposito carburanti, a seguito della perdita di liquido. La procura di Prato è al lavoro su questo scenario dopo aver aperto un’inchiesta per chiarire la dinamica dell’incidente. Intanto per mercoledì 11 dicembre con manifestazione dalle 14.30 alle 16.30 in una area a Calenzano da definire Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze hanno proclamato uno sciopero generale provinciale per dire ‘basta’ ai morti sul lavoro.
Le testimonianza
Il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, intanto risuonano le testimonianza di alcuni sopravvissuti alle fiamme di questa mattina. Tutti partono dal racconto di un boato fortissimo, un rumore che nella zona è stato percepito a decine di chilometri di distanza. “Sono ancora stordito”, ammette un uomo di 50 anni.
È uno dei cinque feriti trasportati direttamente dal luogo delle fiamme al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato. È tra i più fortunati, assieme ad altri, ad aver accusato solo tagli e traumi curabili in pochi giorni. “Un’esplosione così forte che ci ha fatto saltare per diversi metri all’indietro nel nostro ufficio. Siamo stati feriti dai vetri in fratumi, sembrava ci avesse attraversati un tuono. È stata l’esperienza più traumatica di tutta la mia vita”.
Una donna stamattina stava lavorando nella palazzina che confina con il muro dell’Eni: “Abbiamo gli uffici lì, l’unica cosa a cui abbiamo pensato è stata uscire, poi ci siamo resi conto che poteva essere successo qualcosa dentro l’Eni. Fortunatamente da noi si sono registrati solo danni materiali, siamo sani e salvi”.
C’è chi si reputa fortunato, come Giovanni, manutentore dei serbatoi per una ditta esterna: “Del mio gruppo non c’è nessun ferito, qui siamo in quattro”. Al momento sono nove i più gravi ricoverati, tre dei quali in codice rosso gli altri sei sono codici verdi, fa sapere l’Azienda sanitaria Asl Toscana centro. Dei tre codici rossi uno è stato portato all’ospedale Cisanello di Pisa, al centro grandi ustionati, gli altri due a Careggi.
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