Due morti e nove feriti. Il bilancio della forte esplosione di Calenzano potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, intanto risuonano le testimonianza di alcuni sopravvissuti alle fiamme di questa mattina. Tutti partono dal racconto di un boato fortissimo, un rumore che nella zona è stato percepito a decine di chilometri di distanza. “Sono ancora stordito”, ammette un uomo di 50 anni.

È uno dei cinque feriti trasportati direttamente dal luogo delle fiamme al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato. È tra i più fortunati, assieme ad altri, ad aver accusato solo tagli e traumi curabili in pochi giorni. “Un’esplosione così forte che ci ha fatto saltare per diversi metri all’indietro nel nostro ufficio. Siamo stati feriti dai vetri in fratumi, sembrava ci avesse attraversati un tuono. È stata l’esperienza più traumatica di tutta la mia vita”.

Una donna stamattina stava lavorando nella palazzina che confina con il muro dell’Eni: “Abbiamo gli uffici lì, l’unica cosa a cui abbiamo pensato è stata uscire, poi ci siamo resi conto che poteva essere successo qualcosa dentro l’Eni. Fortunatamente da noi si sono registrati solo danni materiali, siamo sani e salvi”.

C’è chi si reputa fortunato, come Giovanni, manutentore dei serbatoi per una ditta esterna: “Del mio gruppo non c’è nessun ferito, qui siamo in quattro”. Al momento sono nove i  più gravi ricoverati, tre dei quali in codice rosso gli altri sei sono codici verdi, fa sapere l’Azienda sanitaria Asl Toscana centro. Dei tre codici rossi uno è stato portato all’ospedale Cisanello di Pisa, al centro grandi ustionati, gli altri due a Careggi.

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