Pubblico e privato vanno in soccorso delle start-up con sede nel Mezzogiorno: una sinergia spesso indispensabile che, nel nostro Paese, ha spesso portato a buoni risultati. Ed è questo l’auspicio con cui Cdp Venture Capital, la società di Cassa Depositi e Prestiti che gestisce il Fondo nazionale per l’innovazione, si appresta a finanziare 14 giovani imprese ad alta innovazione attive sul territorio della Campania. L’investimento pubblico ammonta a cinque milioni e 700mila euro e si inquadra nell’ambito del programma Seed, finalizzato a sostenere le giovani imprese innovative del Mezzogiorno. Gli investimenti sono destinati a 30 start-up, in partnership con 18 acceleratori accreditati nel Sud Italia.

L’iniziativa ha generato un effetto attrattivo di altri capitali privati per quattro milioni e 300mila euro, portando il valore complessivo dell’investimento a dieci milioni. Su 30 interventi deliberati ben 14 riguardano start-up della Campania che si dimostra così una delle regioni italiane dove la voglia di fare impresa ad alta tecnologia è forte, anche se talvolta non adeguatamente supportata dalle istituzioni pubbliche. «L’ecosistema dell’innovazione in Campania è forte e la strategia amministrativa di supportare la crescita sia di start-up sia degli incubatori e acceleratori a loro dedicati sta funzionando – fanno sapere dallo staff del governatore Vincenzo De Luca – Nel corso egli ultimi anni sono state investite risorse per circa 30 milioni di euro ed è cresciuto in maniera esponenziale il numero di imprese che nascono dalle nostre università e centri di ricerca. Un patrimonio di competenze che può e deve essere messo a disposizione del tessuto produttivo locale e nazionale».

Investimenti che vanno comunque incrementati per evitare che la Campania veda deperire il tessuto produttivo e la voglia di fare impresa dei giovani che, nel corso degli anni, ne ha fatto una realtà particolarmente interessante. Sono circa mille, infatti, le imprese che proiettano Napoli al terzo e la Regione al quarto posto della classifica delle località col maggior numero di società con questa particolare vocazione alla modernizzazione. Resta da vedere le imprese giovanili, che tradizionalmente cominciano l’attività con poche risorse, resisteranno alla prova del mercato e della crisi legata al Covid che ha già fatto perdere a molte di loro il 75 per cento del fatturato.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.