La politica non va in vacanza. Non ancora, almeno. Giorgia Meloni sta sentendo i partner di governo. Strigliando quello, ringraziando l’altro. Spronando tutti. Il vento c’è ma si sa come vanno le stagioni della politica. Dal maestrale impetuoso si fa presto a passare alla risacca. Meglio serrare i ranghi. E rimandare ancora le partenze, malgrado il gran caldo, per non lasciare troppe cose in sospeso. Così Montecitorio, dove la conferenza dei capigruppo ha aggiornato per domani il calendario estivo, ieri ha lavorato a pieno ritmo. E con un’agenda di quelle fitte. Le Commissioni Attività produttive e Politiche Ue dovrebbero approvare i rispettivi pareri al ddl sulle celebrazioni per il centenario di Latina, con la Attività produttive che inoltre prosegue il dibattito sul decreto che istituisce l’Albo delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici tipici e la Politiche Ue che dovrebbe esprimersi sul decreto carceri.

Provvedimento quest’ultimo all’ordine del giorno anche della Commissioni Lavoro e Affari sociali: la prima è chiamata anche ad approvare il collegato lavoro (con sedute programmate fino a sabato 10), la seconda ha in agenda l’audizione della Fnopi (Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche) sulla proposta sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale e la delega per il riordino delle agevolazioni fiscali per l’assistenza sanitaria complementare. Non sono al momento previste sedute per le Commissioni Difesa, Trasporti e Agricoltura. Sul Dl Carceri, che ieri sera è passato con il voto di fiducia, è posta grande attenzione. Ai numeri. Agli effetti che la legge produrrà sui due obiettivi: le famiglie dei reclusi, che aspettano ancora di vedere rispettati i loro diritti, e i sindacati della polizia penitenziaria.

Pietro Pittalis, che doveva essere a Porto Rotondo per un evento politico sul suo territorio, è rimasto al chiodo a Montecitorio. E prova a tracciare per il Riformista un bilancio dei progressi fatti sul tema degli istituti di pena: “Il decreto legge sulle carceri è un intervento vasto e strutturale che affronta, per la prima volta in modo organico, il problema della crisi delle carceri italiane dopo anni di silenzi. Con questo provvedimento si semplificano le procedure burocratiche che consentono, a chi ne ha diritto, di uscire dal carcere in anticipo, si promuove l’umanizzazione degli istituti penitenziari introducendo misure alternative alla detenzione, si prevede l’istituzione di un albo delle comunità adibite alla detenzione domiciliare per alcune tipologie di detenuti e l’assunzione di nuove unità del corpo della Polizia penitenziaria”. L’impegno degli azzurri è quello di portare avanti una battaglia intrapresa a suo tempo da Silvio Berlusconi. “Come Forza Italia abbiamo messo a punto una serie di emendamenti integrativi per affrontare la contingenza. C’è ancora tanto da fare ma è un primo significativo intervento”.

I temi urgenti, sovraffollamento e suicidi, rischiano secondo qualcuno di rimanere inevasi. “Il sovraffollamento delle carceri e i sucidi non sono un problema nuovo nel nostro sistema carcerario. Con il Partito radicale, e grazie alla sensibilità del nostro segretario nazionale Antonio Tajani, abbiamo messo in campo l’iniziativa “Estate in carcere” per monitorarne la situazione e individuare i punti di criticità, anche al fine di rafforzare gli strumenti per rendere dignitosa l’espiazione della pena che deve essere finalizzata alla rieducazione e al reinserimento sociale del detenuto. Nel contempo – continua il parlamentare – dobbiamo tener conto della situazione in cui operano le forze di polizia penitenziaria verso le quali dobbiamo prestare maggior attenzione alle richieste che ci pervengono, una prima risposta a queste l’assunzione di mille nuove unità per la polizia penitenziaria. Con questo decreto, tramite una nuova procedura sulla libertà anticipata, il detenuto sa quale sarà il suo fine pena, cosa che fino ad ora non avveniva. È previsto per gli ultrasettantenni e coloro che sono affetti da gravi patologie, la possibilità di espiare la pena a domicilio, così come per coloro che sono senza fissa dimora e i tossicodipendenti che potranno scontare la pena in strutture residenziali o in comunità terapeutiche. Un importante novità – conclude Pittalis – è costituita dall’istituzione del commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che potrà intervenire sulla costruzione di nuove carceri o nella ristrutturazione e manutenzione di quelle già esistenti, con procedure snelle e rapide consentendo migliori condizioni di detenzione”.

Anche Tullio Ferrante, sottosegretario al MIT e deputato di Forza Italia, ieri è intervenuto sul tema della giustizia, dopo essere rimasto colpito dalla visita di sindacato ispettivo che ha fatto presso la casa circondariale di Salerno. “Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando le condizioni delle sue carceri. Per questo ho voluto visitare la casa circondariale ‘Antonio Caputo’ di Fuorni (Salerno) e verificare personalmente le condizioni della struttura, riscontrando un elevatissimo livello di professionalità del personale accanto ad alcuni elementi di criticità relativi al sovraffollamento. Vogliamo promuovere la certezza della pena ma, al contempo, il rispetto dei diritti dei detenuti che, prima di essere tali, sono persone. Per questo chiederò più attenzione verso il carcere di Salerno per garantire che la detenzione sia dignitosa e che possa svolgere appieno la propria funzione rieducativa”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.