Io sono offesissimo. E incazzato nero. Ce l’ho con Marcello Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane nominato a suo tempo da Giuseppe Conte, l’avvocato del “bobolo”, e che è finito in arresto anche per la gestione, che gli si contesta allegra e marchettara, di alcune auto di lusso che, sequestrate o confiscate dall’Agenzia stessa a dei criminali, finivano in mano ad alcuni parlamentari. Ce l’ho a morte con lui, cavolo. E non perché io creda sia colpevole (lo ripeto as usual: garantismo ragazzi, perché le inchieste nascono suggestive su giornali e tv ma spessissimo muoiono per scarsezza di prove in aula, quindi prudenza e rispetto dell’articolo 27 della Costituzione, please). No, ce l’ho con Minenna perché io ho fatto il deputato nella scorsa legislatura.

Fino a poco prima di entrare in carica, avevo una Porsche Carrera 4S (di proprietà) da panico: nera, cerchi stupendi, tetto in vetro, una pantera. Quando davi gas sentivi un boato e un calcio nel sedere: sembrava di decollare. Bellissima. Così rampante e rabbiosa, ma anche elegante, si addiceva perfettamente alla mia riverita personcina. L’avevo comprata usata (65mila euro) con i soldi guadagnati dal mio precedente lavoro in televisione. E appena diventato deputato ritenni -scopro oggi evidentemente sbagliando- che non si addicesse al mio ruolo di rappresentante del popolo. Pensai che sarebbe stato frainteso il mio personaggio se fossi stato visto su una Porsche. Ma mi piaceva eccome, e quando la vendetti a 50mila euro per spontanea sobrietà, mi dispiacque.

Ebbene, ma porca miseria Marcello, dico io: hai distribuito Porsche a destra e manca, e a me nemmeno la hai mai offerta? Ma vuoi mettere che figurone avresti fatto tu, e l’Agenzia che le sequestrava e confiscava, se ne avessi data una a me? Cavolo, ero perfetto: forzista, giovanile, belloccio, disinvolto, rampante, amante delle donne, sportivo, con una vivace vita sociale. Ma come non ti è venuto in mente di alzare il telefono e dirmi: “Onorevole Ruggieri, le posso offrire l’opportunità, lecita sia chiaro, di avere in comodato d’uso gratuito una Porsche sequestrata alla mafia?”. Io ti avrei detto subito: “Ma certo Direttore, e ci lasci pure un adesivo sulla fiancata tipo: “Produced by Agenzia delle Dogane”, che magari finisco con una bella donna nelle foto di qualche paparazzo e le faccio anche pubblicità”. Poi magari mi sarei ricordato che Angelo Siino, il “ministro dei lavori pubblici” di Cosa Nostra, andava a estorcere il pizzo presso gli imprenditori di mezza Sicilia in doppiopetto blu con bottone dorato, e su una Ferrari, e avrei cambiato idea e desistito. Ma almeno offrirmela, cavolo, mi sembrava il meno. Invece niente. Quanta volgaritè.

Ora ci manca solo che esca che l’hai offerta a dei grillini. Ma li hai visti i grillini? Tutti un po’ sfigati, un po’ nerd, dei vorrei ma non posso un po’ già esteticamente picchiati dalla vita, che ci hanno fracassato le palle per anni con “ho-ne-stà”, il pauperismo delle istituzioni, la guerra alle auto blu degli altri, e poi sono finiti a farsi rimborsare di tutto da Camera e Senato, e a girare con scorte da decine di persone dopo essersi fatti un selfie su un autobus. Ti avverto: se scopro che hai anche solo proposto a uno di loro una Porsche, la mia offesa sarà massima.

Ah però solo ora mi sovviene che anche tu nasci grillino. Perbacco. Ma che fine ha fatto la vostra recita della diversità, del pauperismo della politica, dell’assalto al Parlamento da aprire come una scatoletta di tonno, “dell’arrendetevi ladri, siete circondati…!” che Grillo strillava dalle piazze del Vaffanculo Day? Dove è finita la guerra alle auto blu dei politici protagonisti della mangiatoia, per citare Alessandro “una vita in vacanza” Di Battista? Tutta sta nenia moralista è finita in tragicommedia di serie C2, condita di dilettantismo persino nel fare marchette, volte – secondo l’accusa, ma noi daremo ampio spazio alla difesa, ovviamente, perchè effettivamente le auto confiscate devono essere vendute all’asta ma possono anche essere utilizzate per finalità istituzionali- a guadagnare consenso politico personale “tessendo alleanze con tutti i partiti”, come dice Marcellone nostro all’ex ministro Visco che gli contesta: “Ma proprio una Porsche gli dovevi dare?” Insomma, fuor di scherzo, la cosa più triste e per me miserabile di certa politica che i Cinquestelle dovevano spazzare via e di cui invece sono diventati interpreti ridicoli è proprio questa: utilizzare oggetti colorati di status per fare pubbliche relazioni. E alla fine di questa mia risentita protesta, figlia della mia esclusione dai possibili beneficiari di una Porsche del concessionario Agenzia delle Dogane, mi domando: ma Giuseppe Conte, quello del “tutto gratis”, che in alcune immagini tv si faceva portare a giocare a tennis dalla scorta, si sarà liberato della scorta stessa, che gli pagano gli italiani, sì…? E Roberto Fico l’ufficio con annessa segreteria riservata agli ex Presidenti della Camera dei Deputati, l’avrà abbandonato…? Non è che scopro che si sono tenuti scorta e ufficio…?

Non vorrei dover dare ragione a Leo Longanesi, che l’ipocrisia grillina l’aveva tratteggiata anni e anni fa: “Cercavano la rivoluzione, trovarono l’agiatezza”. E, presso di me, anche tanta tenerezza…