Ad aprile lo avevano accusato di eresia. Questa volta ci vanno giù in maniera altrettanto pesante e accusano papa Francesco di avere compiuto «atti sacrileghi e superstiziosi». Sono cento studiosi che hanno firmato una lettera contro il Pontefice per aver dato spazio al culto di Pachamama, la dea adorata agli abitanti della Amazzonia con i quali il papa si è schierato in difesa del loro territorio. Ma il motivo della lettera è chiaramente una scusa.

Papa Francesco dà fastidio alla chiesa più tradizionalista per tanti motivi. In Italia è sotto attacco perché sostiene le posizioni dei migranti e dei diritti degli ultimi. Nelle sue preghiere c’è chi fugge da guerre e povertà (è uno dei pochi che contesta con nettezza la divisione tra migranti economici e rifugiati), chi lavora in condizioni disperanti o chi, come gli operai dell’ex Ilva, rischia di perdere il lavoro. C’è chi non ha casa e la occupa, chi non ha luce e se la va a prendere. In America Latina, la sua America Latina, è ancora più odiato perché ha risvegliato, attraverso le sue azioni e la sua dottrina, quello che era lo spirito della teologia della Liberazione: cioè quei preti che negli anni Sessanta-Settanta, prima di essere o uccisi o marginalizzati, si battevano per una Chiesa che stava davvero vicino agli ultimi usando parole proprie del marxismo. Uno scandalo.

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Come ora risulta scandalosa l’azione di Bergoglio, che così come è tanto odiato da alcuni, come i cento che lo hanno accusato di sacrilegio, è molto amato da tanti altri. Nella sua battaglia per l’Amazzonia ha posto al centro insieme la questione ambientale e la vita delle persone, le loro tradizioni, i loro valori. Che cosa c’è di meno sacrilego e di più cristiano che riuscire a parlare anche a chi ha una fede diversa o una cultura diversa? In questo Papa Francesco è un fedele testimone dei Vangeli e di quel messaggio di Gesù che lui segue anche a costo di sembrare un “eretico”. Ma per chi ha letto la parola di Cristo l’unica vera eresia è quella di non stare dalla parte degli ultimi, dalla parte di chi, per varie ragioni, soffre. C’è molta politica e poca dottrina in questo messaggio? Forse. Ma è una politica intesa nel senso più alto e più bello che si possa immaginare. Intanto Francesco va avanti e più la Chiesa reazionaria si agita, più lo accusa, più si schiera contro di lui, più appare forte il suo atto rivoluzionario per una Chiesa che si secolarizza per restare fedele al suo messaggio più profondo: l’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Francesco, non mollare.

Angela Azzaro