L'inganno sui social
Che cos’è il catfishing: il caso di Daniele e Roberto Zaccaria, l’uomo che si è tolto la vita dopo il servizio delle Iene
Letteralmente “catfish” significa pesce gatto. Si tratta di un tipo di attività ingannevole sui social network che prevede l’utilizzo di un account con falsa identità da parte di una persona per raggirare altri utenti. L’account falso è detto anche sockpuppet. Il catfishing è frequente nelle truffe romantiche dove persone sotto falso nome chattano lungamente con una persona sotto falsa identità. Il termine è recentemente balzato alle cronache per il caso di Roberto Zaccaria, il 64enne che si è tolto la vita pochi giorni dopo il servizio andato in onda sulla tragedia di Daniele, il 24enne di Forlì che ha deciso di farla finita dopo una decisione amorosa vissuta online con la fidanzata-fake “Irene Martini”, profilo controllato dallo stesso Zaccaria.
Da cosa deriva questo termine? Secondo la pagina di Wikipedia, il termine potrebbe risalire al documentario dal titolo Catfish del 2010. La storia si basa sulla relazione amorosa intrapresa online da Nev Schulman. Dopo diverso tempo e dopo diverse settimane di chat e messaggi il protagonista si accorge che la bellissima donna di cui si era innamorato è un’altra persona. Alla fine del documentario Nev spiega la scelta del termine “pesce gatto” per descrivere questo fenomeno: lui infatti, ingannato da una finta storia amorosa, si è sentito come un piccolo pesce che stava per essere divorato da quello più grande. In seguito, Schulman ha trasformato il documentario nello show TV “Catfish”, nel quale aiuta gli altri utenti a risolvere i misteri delle loro relazioni online e a scovare potenziali catfish.
Il catfishing avviene sul web, soprattutto sui social network e nelle app di incontri. Spesso i catfish provano a truffare le persone in cerca di nuove amicizie o di un incontro amoroso. Lo scopo è talvolta quello di estorcere denaro o informazioni riservate dalle malcapitate vittime della truffa, a volte richiedono foto osè in maniera da ricattarle. Ma non sempre c’è uno scopo materiale, talvolta è solo sintomo di una fragilità emotiva. Secondo quanto riportato da Cosmopolitan, in una inchiesta di The Conversation, che ha intervistato dei catfisher seriali, si è invece cercato di capire perché queste persone sono spinte ad approfittare degli altri, mentendo su chi sono, spesso per soldi. Solitudine, tristezza, incapacità diffusa di gestire le relazioni sono le motivazioni di chi diventa catfisher. Non per giustificarli, ma a livello psicologico spesso la sfera mentale di chi viene ingannato e di chi inganna è simile, almeno nelle premesse. Si tratta dunque di un campo molto delicato dove catfish e vittime spesso hanno le stesse fragilità.
La vicenda di Daniele e Roberto Zaccaria
Tornando all’attualità, il termine è balzato alle cronache per un servizio de Le Iene relativo al suicidio di Daniele, un ragazzo di 24 anni di Forlì che nel settembre 2021 decise di farla finita dopo una delusione amorosa: per circa un anno, durante l’emergenza Covid, aveva ‘conosciuto’ online una ragazza, Irene. In realtà dietro al profilo della giovane ci sarebbe stato Roberto Zaccaria che con delle foto prese dal profilo di una modella aveva iniziato a chattare con il 24enne, scambiando migliaia di messaggi via WhatsApp. Nessuna nota vocale, nessuna telefonata, nessuna videochiamata. Solo tanti messaggi che avevano portato Daniele a credere di aver istaurato una relazione sentimentale con ‘Irene’. Dopo aver scoperto che era tutta una finzione, la delusione avrebbe portato il 24enne al suicidio lasciando una lettera ai genitori e al fratello nella quale invitava quest’ultimo a non isolarsi, a “non fare i stessi miei errori, io ho sbagliato tutto, non ho mai avuto un amico, mai una ragazza. Sono stato solo tutta la vita”.
Dopo il suicidio del 24enne Daniele e la denuncia dei familiari ai carabinieri, l’inchiesta aperta dalla procura di Forlì si era conclusa con un decreto di condanna penale nei confronti di Zaccaria, con un’ammenda di 825 euro, per sostituzione di persona, mentre era stata chiesta l’archiviazione per l’accusa di morte come conseguenza di altro reato perché, secondo i pm forlivesi, non è stato ravvisato un nesso causale fra la morte del giovane e il comportamento dell’uomo. Il 64enne dopo il servizio andato in onda martedì primo novembre è stato oggetto di minacce, offese e manifesti – così come rimarcato dai legali della famiglia – che lo invitavano a “bruciare all’inferno”. Poco dopo si è tolto la vita.
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