La sua è stata certamente una storia di discese e salite continue. E nel ritirare il premio Oscar come migliore attore protagonista per la sua interpretazione nel film “The Whale” di Darren Aronofsky, Brendan Fraser , commosso ha ricordato il difficile percorso iniziato trenta anni fa e che ora corona con la statuetta degli Academy Awards alla 95esima edizione. “Dunque è così che funziona il multiverso!” ha esclamato, riferendosi al pluripremiato film “Everything Everywhere All At Once” (che si è aggiudicato ben 7 statuette).

A 54 anni Fraser si porta sulle spalle l’ascesa negli anni ’90 a Hollywood e la caduta. Con l’Oscar festeggia il suo grande ritorno sul grande schermo dopo anni difficili. Il suo primo successo arrivò con la commedia “George of the Jungle” (1997), parodia di Tarzan, seguita dalla trilogia “La mummia”, con Rachel Weitz. Nel 2003 ha raccontato di aver subito molestie a Hollywood da Philip Berk, allora presidente di HFPA (Hollywood Foreign Press Association), l’agenzia che gestiva i Golden Globes. E così iniziò un momento di difficoltà per la sua carriera e per la sua vita personale. Ha raccontato di aver sofferto di una profonda depressione anche a causa di una drastica dieta che “gli aveva fatto perdere la memoria” e a cui aveva contribuito anche la morte della madre.

Iniziò così il suo periodo buio. Dal grande schermo finì a interpretare ruoli per il piccolo schermo per poter pagare i costosi alimenti all’ ex moglie, l’attrice Afton Smith, e mantenere i tre figli, che erano presenti con lui alla cerimonia degli Oscar insieme alla nuova compagna Jeanne Moore. Sul palco, stringendo forte la statuetta, ha aperto il suo cuore: “Ho iniziato questo lavoro 30 anni fa, le cose non erano semplici, ma c’era una facilità che non apprezzai al tempo, finché non finì”, ha detto l’attore sul palco.

Fraser è riuscito a uscire da quel periodo buio della sua vita anche grazie al movimento Me Too. Dopo che Fraser ha reso pubbliche le proprie accuse, che Berk ha negato, pur avendo ammesso di avergli “pizzicato scherzosamente” il sedere, la sua storia ha iniziato ad assumere una nuova luce, con un riconoscimento dell’oggettificazione e de-umanizzazione dei sex symbol femminili ma anche maschili.

Con la sua interpretazione in “The Whale” di un uomo isolato e obeso che vuole riconnettersi con sua figlia Fraser celebra il suo grande ritorno. Il film ha ricevuto 14 minuti di standing ovation all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. Ha ricevuto anche una nomination ai Golden Globes ma l’attore aveva rifiutato di prendervi parte per la vicenda delle molestie e delle accuse a Breik. “Mia madre non ha cresciuto un ipocrita”, ha detto. Ed era stato battuto da Austin Butler, protagonista di ‘Elvis’. L’Oscar per lui è un grande riconoscimento alla carriera ma soprattutto al suo ritorno conquistato faticosamente.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.