Nonostante abbia vinto le ultime elezioni e la maggioranza alla Camera, la giunta militare che governa il paese ha bloccato la votazione in Parlamento per eleggere Pita quale Primo Ministro. La Costituzione attuale della Thailandia prevede che il Senato sia nominato di fatto dalla giunta militare che governa il Paese. Anche nella votazione del 13 luglio scorso il voto dei senatori era stato decisivo per impedire che Pita diventasse Primo Ministro.

Gli oppositori di Pita in Parlamento hanno sostenuto che non dovesse avere la possibilità di una seconda votazione perché aveva già fallito in quella precedente. Nella giornata di ieri, 22 agosto, Il parlamento della Thailandia ha eletto nuovo primo ministro Srettha Thavisin (deputato del partito di centrodestra Pheu Thai).

Thavisin è un imprenditore attivo nel settore dell’edilizia ed ha raggiunto la quota di 353 voti necessaria per essere eletto, dato che solo 705 deputati e senatori su 750 erano presenti. Ripercorriamo però ciò che è successo nelle scorse settimane: mentre il Parlamento era riunito per votare la nomina del primo ministro, la Corte costituzionale ha ordinato la sospensione di Pita dalla carica di parlamentare e decretato che non potrà essere candidato alla carica di premier.

Nel frattempo Thaksin Shinawatra, 74 anni, ex primo ministro, condannato a 8 anni per “corruzione e abuso di potere” è rientrato dall’esilio e si è fatto arrestare. Spera nella grazia, dato che il neo premier proviene proprio dal suo partito. Populista e conservatore, dominato dalla dinastia degli Shinawatra, il Pheu Thai ha siglato un’alleanza che sarebbe stata tabù fino a pochi anni fa, ma che ha messo fine a tre mesi di stallo politico. Ora governa con due partiti legati alla giunta militare, il Palang Pracharath e Thailandia Unita.

Ciò che appare evidente è il continuo rincorrere il sogno di una piena democrazia che, ogni volta sembra essere raggiunta ma invece svanisce per riapparire più lontano, ai limiti dell’immaginazione. La Thailandia, parere di chi scrive, ha perso l’occasione per cambiare passo e segnare una nuova stagione della crescita ASEAN. Appena il neo-premier formerà il governo, vedremo le reazioni degli Stati Uniti ed il relativo posizionamento della Cina.