Pacifisti di altri tempi
Chi era don Primo Mazzolari, un pacifista d’altri tempi
Il Corriere della Sera – che è il massimo interprete dello spirito pubblico italiano – dice che le posizioni del Riformista sono immorali. Non tutte. Quelle marcatamente pacifiste. Soprattutto ha preso di mira Alberto Cisterna e Luca Casarini, credo. Sono quelli che si sono esposti di più. Cisterna ha addirittura usato la parola resa, che pare sia un termine che comprova il reato di disfattismo. E la creazione di un fronte di guerra interno. Da debellare. Non tenterò di dissociarmi, so che a questo punto è inutile. Troppo tardi. Mi consegno anch’io e accetto la condanna: come Luca e Alberto (e qualcun altro) sono un essere immorale.
Invece di tentare un’inutile difesa, mi limito, un po’ vigliaccamente (ma che noi pacifisti siamo piuttosto vigliacchi mi pare cosa ormai acclarata, basta leggere l’articolo di ieri di Gramellini, sempre sul Corriere) a una chiamata di correo. Faccio cognome e nome del correo. Mazzolari Primo. Classe 1890. Mantovano. Professione sacerdote. Politicamente moderato, anticomunista, antifascista, vicino alla Dc, amico di Giorgio la Pira (ma anche su La Pira che andava a solidarizzare, o quasi con Ho Chi Min in guerra con gli american, francamente ci sarebbe parecchio da dire…), non molto gradito, in vita, alle gerarchie vaticane. Prete di strada e teologo. Di lui Carlo Bo (uno dei massimi intellettuali cattolici del Novecento) ha scritto che fu uno degli ispiratori del Concilio Vaticano Secondo – addirittura Bo sostenne che senza il pensiero di Mazzolari il Concilio sarebbe stato impossibile – e papa Giovanni, abbracciandolo (dopo che Mazzolari aveva subito varie persecuzioni da parte della Chiesa di Pio XII) lo salutò con queste parole: «Ecco la tromba dello spirito Santo in terra di Mantova».
Mazzolari fondò alla fine degli anni Quaranta un giornale che ancora è in vita: Adesso. L’arcivescovo di Milano, celebre, il cardinale Schuster, proibì ai suoi sacerdoti e vescovi di collaborare. Prima ancora, negli anni Venti e Trenta e poi durante la guerra, don Primo fu il bersaglio dei fascisti. Anche i nazisti gli diedero la caccia. Roberto Farinacci, uno dei più prestigiosi gerarchi di Mussolini, scrisse, nel 1937: «A Bozzolo (paesino del mantovano ndr.) è parroco un certo don Mazzolari, di cui è noto l’atteggiamento antifascista. Egli, che era rimasto in prudente silenzio, si è in questi giorni risvegliato, e invia a questo o a quel giornale cattolico la sua prosa demagogica e disfattista. Che aspetta il prefetto di Mantova a farlo prendere per il cravattino e spedirlo in qualche isola?». Il prefetto di Mantova convocò Mazzolari è l’avvertì: «La smetta. e stia attento perché c’è una squadra pronta a darle una lezione». Ebbene, cosa diceva questo Mazzolari, che – come avrete già capito – era una testa calda da tenere a distanza? Varie cose che, a maggior ragione oggi, possono apparire del tutto fuoriluogo.
Innanzitutto citava sempre un passo del Vangelo che sarebbe bene, invece, almeno in tempo di guerra, oscurare un po’. Quel passo nel quale Gesù Nazareno dice testualmente (e scandalosamente): «Udiste che fu detto: occhio per occhio dente per dente. Ma io vi dico: non resistete al male. A chi ti percuoterà la guancia destra porgi la guancia sinistra; a chi ti muoverà lite per toglierti la tunica, lascia anche il mantello». Capite cosa disse? “Non resistete al male!”. Poi Mazzolari andò oltre. Scrisse un libro che è difficile trovare in commercio. Lo intitolò: Tu non uccidere. Trascrivo qui alcuni passaggi. «Quando si tratta di guerra, pare che non ci sia più niente di criminale: tutto viene verbalmente giustificato dalla necessità della guerra… Non è forse una contraddizione… che l’orrore cristiano per il sangue fraterno si fermi davanti a una legittima dichiarazione di guerra?…. Dio ha comandato: “tu non uccidere”, e per quanto ci si arzigogoli sopra “tu non uccidere” vuol dire esattamente questo: “tu non uccidere”… La guerra è sempre criminale… Esiste la guerra difensiva? No, non esistono le distinzioni tra guerre giuste e ingiuste, difensive e preventive, reazionarie e rivoluzionarie. Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all’uomo. O si condannano tutte le guerre, anche quelle difensive e rivoluzionarie, o si accettano tutte. Basta una eccezione per lasciar passare tutti i crimini».
Primo Mazzolari non fu sempre un pacifista. Da ragazzo era interventista e partì volontario per il fronte nel 1915. Combattè sul Carso. Partì con lui anche suo fratello. Un giorno, mentre era al fronte, gli arrivò un telegramma terribile. Il fratello Peppino era morto in combattimento. Per Primo fu come il fulmine di Paolo di Tarso. Da allora diventò pacifista integrale. Dopo la morte del fratello scrisse queste frasi, che di nuovo trascrivo. «Se invece di dirci che ci sono guerre giuste e guerre ingiuste, i nostri teologi ci avessero insegnato che non si deve ammazzare per nessuna ragione, che la strage è sempre inutile, e ci avessero formati a una opposizione cristiana chiara, precisa e audace, noi non saremmo partiti per il fronte ma saremmo scesi nelle piazze. Invece in buona fede abbiamo creduto che si dovesse farla finita, una buona volta, coi prepotenti di ogni risma e siamo partiti come per una crociata». Già, le crociate. A proposito delle crociate, un’altra volta vi parlerò di un altro tipaccio simile a don Mazzolari, vissuto parecchi secoli prima. Un certo Francesco, nato ad Assisi. Un essere immorale anche lui.
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