Un’esplosione a sud di Beirut ha portato alla morte di Saleh al-Arouri, vicecapo del politburo di Hamas e fondatore delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato del gruppo. Il raid, avvenuto nella zona di Mushrafiyeh, nei pressi degli uffici del ministero del Lavoro, è stato condotto da Israele tramite un drone e ha coinvolto almeno sei vittime e diversi feriti. Tra queste anche due comandanti delle Brigate al-Qassam, ancora non identificati.

Il suo decesso è stato confermato da Hezbollah libanesi al giornale L’Orient-Le Jour e successivamente da Hamas a al-Jazeera. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva minacciato di ucciderlo ancor prima che iniziasse la guerra tra Hamas e Israele, il 7 ottobre. Al momento non ci sono ancora commenti ufficiali da parte dello stato ebraico.

Al-Arouri aveva scontato diversi mandati nelle carceri israeliane, venendo rilasciato nel marzo 2010 come parte di uno scambio più ampio di prigionieri con Gilad Shalit, un caporale delle Forze di difesa israeliane rapito da Hamas nel 2006. Hamas ha definito l’evento un “vile attacco sionista”, mentre un rappresentante della Jihad islamica ha dichiarato che Israele “pagherà il prezzo dei suoi crimini”, compreso l’assassinio odierno.

Chi era Saleh al-Arouri, il vice capo dell’ufficio politico di Hamas con una taglia sulla testa da cinque milioni di dollari

Nato in un villaggio vicino a Ramallah, in Cisgiordania, 58 anni fa, Saleh al-Arouri ha compiuto studi islamici presso l’Università di Hebron trascorrendo complessivamente una dozzina di anni nelle carceri israeliane in due diverse occasioni, venendo poi liberato nell’aprile del 2010. Come riportato da L’Orient-Le Jour, al-Arouri era uno degli interlocutori privilegiati del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e risiedeva in Libano dal 2018. Funzionari dell’intelligence israeliana ritengono che al-Arouri abbia avuto un ruolo nella pianificazione del rapimento e dell’omicidio di tre adolescenti israeliani nel giugno 2014, oltre a essere coinvolto in numerosi altri attacchi. Era ritenuto il mandante di gran parte delle operazioni militari contro lo Stato ebraico, tra cui la pioggia di razzi partita dal sud del Libano nello scorso aprile. Inoltre, aveva un ruolo significativo come negoziatore principale nel dossier della liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas.

Solo lo scorso 31 ottobre, l’esercito israeliano ha demolito la sua casa nel villaggio di Aroura, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Come riportato da Al Jazeera online, aveva una taglia americana da cinque milioni di dollari sulla testa sin dal 2015, quando il governo degli Stati Uniti lo designò “terrorista globale”.

Redazione

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