Il conflitto e gli scenari
Guerra a Gaza, la nuova foto di Mohammed Deif che vive nei tunnel: in Israele pressioni su attacco a Hezbollah

Israele espande le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Le Israel defense forces hanno annunciato l’ampliamento delle manovre nell’area di Khan Younis, nel sud dell’exclave palestinese, dove hanno ucciso “decine di terroristi”. E alle manovre di terra si uniscono anche i martellanti bombardamenti aerei, che ora coinvolgono quasi tutta la Striscia. Uno di questi, contro il campo profughi di al-Maghazi, è adesso oggetto di inchiesta proprio da parte delle Idf, che dopo la conferma della morte di 106 persone, hanno detto di avere commesso “un errore deplorevole” con l’uso di bombe su cui sono intenzionate a fare luce. Preoccupa anche la situazione umanitaria degli sfollati nella parte meridionale della Striscia. Il Washington Post ha segnalato che nell’area vicino Rafah vivono circa 12mila persone per chilometro quadrato. E secondo stime delle Nazioni Unite, l’85 per cento dei civili della Striscia di Gaza ha dovuto abbandonare il luogo in cui abitava.
Israele e la guerra ad Hamas: le prove di violenze e mutilazioni alle donne
Per le forze armate dello Stato ebraico questa fase della guerra è decisiva. Il premier Benjamin Netanyahu, insieme al gabinetto di guerra e ai vertici militari, è intenzionato ad aumentare il livello dello scontro con Hamas per ridurre i tempi del conflitto e infliggere un colpo definitivo alla milizia palestinese, soprattutto in vista di un possibile periodo di tregua e di graduale riduzione dell’impegno militare. L’obiettivo di Israele è chiaro: far sì che Hamas non sia più una minaccia alla sicurezza della popolazione israeliana, escludendo che si possa replicare lo status precedente all’attacco del 7 ottobre. Un orrore di cui l’ultima inchiesta del New York Times ha svelato dettagli agghiaccianti, con prove di violenze e mutilazioni nei confronti delle donne vittime della furia terrorista. Netanyahu sa di dovere accorciare i tempi. Il pressing da parte della comunità internazionale non accenna a diminuire, e lo certifica anche la prossima missione in Medio Oriente del segretario di Stato Usa Anthony Blinken.
Dopoguerra, le difficoltà di Netanyahu e le pressioni dell’estrema destra
Mentre dal punto di vista interno, non si placano le tensioni nei confronti di un leader che viene ritenuto responsabile sia delle falle nella sicurezza che hanno condotto al disastro del 7 ottobre, sia delle difficoltà nel porre fine alla minaccia di Hamas e del Jihad islamico palestinese. Ieri, il premier ha annullato all’ultimo momento la riunione del gabinetto di guerra che per la prima volta avrebbe dovuto discutere del dopoguerra a Gaza. Il motivo, a detta del Times of Israel, è stata l’opposizione dell’estrema destra di Bezalel Smotrich, che oltre a non ammettere il dialogo con l’Autorità nazionale palestinese, ha anche protestato per l’esclusione dei movimenti radicali dalle discussioni sul futuro di Gaza. La conferma delle difficoltà di Netanyahu arriva anche dagli ultimi sondaggi, in ancora una volta viene premiato l’ex generale e leader di opposizione Benny Gantz. Secondo l’indagine di Maariv, quasi la metà della popolazione vorrebbe il leader di “Unione nazionale” come primo ministro. E a conferma della presa di Gantz sull’elettorato dello Stato ebraico, il sondaggio ha rilevato anche un chiaro sostegno per un’eventuale operazione contro la milizia sciita libanese di Hezbollah: obiettivo costante proprio delle ultime dichiarazioni pubbliche dell’ex capo di stato maggiore.
Le tensioni con Hezbollah e i sondaggi favorevoli alla guerra
Proprio sul fronte libanese, ieri si sono registrate ancora tensioni, con razzi partiti Paese dei cedri contro il nord di Israele e attacchi da parte dei caccia israeliani che hanno colpito le postazioni di Hezbollah ad Hamoul, Aitaroun e Yaroun.
Un fronte bollente soprattutto perché legato a doppio filo all’Iran, che ieri ha annunciato di avere giustiziato quattro agenti legati al Mossad, La tensione è salita anche in Cisgiordania. Un palestinese ha accoltellato due militari israeliani a Gerusalemme est, mentre a Hebron un uomo, ucciso subito dopo, ha investito quattro soldati delle Idf.
La nuova foto di Mohammed Deif
La sfida ad Hamas intanto prosegue sia sul piano militare e dell’intelligence sia su quello più nebuloso della diplomazia. Israele, grazie alle unità impegnate nella Striscia di Gaza, è riuscita ad avere una nuova immagine del comandante militare di Hamas, Mohammed Deif. La foto lo ritrae all’aperto, privo di un occhio e con i capelli brizzolati. L’immagina ha un valore molto alto, perché da circa 30 anni non si aveva un’immagine del ricercato. Secondo l’intelligence dello Stato ebraico, Deif si nasconderebbe ormai sempre nella rete di tunnel che corre sotto l’exclave palestinese. Sul lato diplomatico, invece, ieri Hamas è di nuovo tornata a parlare della possibile tregua e del futuro di Gaza. Sotto il primo aspetto, l’organizzazione palestinese ha ribadito che non rilascerà alcun ostaggio senza la “fine dell’aggressione israeliana”, chiudendo così le porte a un cessate il fuoco come avvenuto a novembre. Mentre per quanto riguarda il dopoguerra della Striscia, per Hamas è “un affare interno, e a decidere è solo una leadership palestinese che rappresenti tutto il popolo palestinese”.
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