Sono già 400, gli obiettivi colpiti da Israele subito dopo la conclusione della tregua. Secondo quanto dichiarato dal governo di Gaza, il bilancio è attualmente di 240 morti e circa 650 feriti, ed è destinato a salire nelle prossime ore. Nelle prime della giornata invece, l’IDF ha attaccato una base di Hezbollah in Siria, a sud di Damasco e l’esercito ha affermato di aver preso di mira terroristi e infrastrutture di Hamas, con i media palestinesi che riportano la distruzione di tre moschee.

Il punto

La ripresa delle ostilità ha riempito nuovamente anche gli ospedali di Gaza, con il portavoce del ministero della Sanità della regione che ha diffuso notizie di un aumento dei feriti e di difficoltà nelle strutture mediche.

La situazione è ulteriormente peggiorata nel sud, dove Israele ha recentemente intensificato gli attacchi dopo aver concentrato le operazioni a settentrione in cui con offensive mirate a “cellule terroristiche”, una “moschea utilizzata come centro di comando operativo dalla Jihad islamica” e un “complesso di stoccaggio di armi” sono stati fatti saltare in aria. E ora, secondo il direttore dell’ospedale europeo di Khan Younis le strutture nella regione meridionale non sono più in grado di fornire servizi medici.

Come riportato dal Wall Street Journal, Israele potrebbe considerare future pause nella guerra a Gaza per facilitare il rilascio di ostaggi, e un funzionario ha dichiarato che i negoziati proseguiranno anche parallelamente alle operazioni militari.

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