Nella seconda parte della guerra di Israele a Gaza, l’obiettivo dell’Idf è distruggere Hamas nel sud della Striscia. Dopo la settimana di tregua e lo scambio ostaggi-detenuti, le ostilità sono riprese da 48 ore con l’esercito israeliano che ha spostato la sua offensiva nella metà meridionale della Striscia di Gaza ordinando l’evacuazione di altre aree all’interno e intorno a Khan Younis. Nella notte e in mattinata sono stati segnalati pesanti bombardamenti in quest’area e nella città meridionale di Rafah, così come in alcune zone del nord.

Il problema di questa seconda parte di guerra nella Striscia di Gaza è che molti dei 2,3 milioni di abitanti della Striscia sono ammassati proprio nel sud, dopo che le forze israeliane hanno ordinato ai civili di lasciare il nord nei primi giorni di guerra. Nelle scorse ore l’esercito ha esortato i residenti di almeno altre cinque aree e quartieri a Khan Younis e dintorni di andarsene per la loro sicurezza. I residenti hanno raccontato che l’esercito ha lanciato volantini che esortano i palestinesi a spostarsi a sud verso Rafah o verso la zona costiera a sud-ovest. “La città di Khan Younis è una pericolosa zona di combattimento”, si legge nei volantini.

Volantini e mappa con qr code: la guerra 2.0 di Israele che Hamas legge

Volantini che, comprensibilmente, finiscono anche nelle mani di Hamas. Anche perché la mappa dei luoghi che l’Idf intende colpire è anche online, accessibile addirittura con un qr code. Insomma diventa sempre più difficile non immaginare un nuovo coinvolgimento di civili anche in questa seconda fase di guerra nel sud della Striscia di Gaza. Una situazione infernale per gli abitanti. “La risposta giusta contro un gruppo terroristico non è di sopprimere l’intero territorio o bombardare tutte le strutture civili” ha dichiarato in Qatar il presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui “la distruzione di Hamas rischia di provocare una guerra di 10 anni”.

La guerra a sud di Gaza, da Israele ok a ‘safe zone’ per i cittadini

Contemporaneamente un alto funzionario del dipartimento di Stato Usa ha riferito che Israele avrebbe accettato di tracciare delle ampie “safe zone” nel sud di Gaza, dove sta espandendo le operazioni militari. Secondo il media Nbc, l’accordo sarebbe arrivato dopo il terzo viaggio del segretario di Stato Antony Blinken nella regione e il quarto viaggio in Israele dopo l’attacco del 7 ottobre. Blinken avrebbe chiesto un piano per ridurre al minimo le sofferenze dei civili nel sud di Gaza. Il funzionario ha riferito che le ‘safe zone’ richieste sono molto più grandi di quelle discusse inizialmente e che i dettagli devono ancora essere definiti.

I 137 ostaggi nelle mani di Hamas: no a donne riserviste

Da una parte la ripresa dei bombardamenti e dei morti per -secondo Netanyahu- annientare Hamas, dall’altra la trattativa, oggi più difficile, sul rilascio dei 137 ostaggi ancora nelle mani del gruppo palestinese. Netanyahu ha ordinato al direttore del Mossad, David Barnea, di ritirare la squadra di negoziatori israeliani a Doha dove erano in corso le trattative con Egitto, Usa e Qatar. Un segnale di sfida mandato ad Hamas che nelle scorse ore ha alzato notevolmente le pretese.
Israele chiede donne e  bambini, Hamas rifiuta di riconsegnare le donne under 45 anni perché le considera riserviste e quindi potenziali soldate.

Scambio ostaggi, soldati a peso d’oro: indietro solo con svuotamento prigioni

Una trattativa a parte per i militari israeliani finiti nelle mani di Hamas che intende scambiarli a peso d’oro. L’obiettivo del gruppo guidato da Yahia Sinwar è quello di liberare buona parte dei detenuti palestinesi reclusi nelle carceri di Israele.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, è atterrato in Qatar da Dubai, dove era per la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, per aiutare a negoziare un nuovo e più duraturo cessate il fuoco, ma non è chiaro quanto possa davvero contribuire. «Israele non potrà sentirsi al sicuro se continua a uccidere civili palestinesi», ha dichiarato ai giornalisti. A Dubai ha anche parlato la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, che ha detto: «Francamente, la quantità di sofferenze dei civili e le immagini e i video che arrivano da Gaza sono devastanti, dobbiamo accelerare gli sforzi per costruire una pace duratura. Gli Stati Uniti vogliono vedere un territorio unificato formato da Gaza e Cisgiordania sotto l’Autorità nazionale palestinese, che dev’essere rafforzata per prendersi la responsabilità della sicurezza dentro Gaza».

Per limitare le uccisioni di civili l’esercito israeliano ha diviso il territorio della Striscia in centinaia di piccoli lotti numerati e prima dei bombardamenti segnala a tutti gli abitanti quali lotti di terreno saranno bombardati e quindi da quali lotti devono fuggire. I settori che stanno per essere bombardati sulla mappa, che è distribuita anche online e leggibile con un “qr code”, sono arancioni e quelli sicuri sono grigi. Lo stratagemma è un’applicazione più sofisticata degli avvisi lanciati all’inizio della guerra, quando l’Idf chiedeva alla popolazione di evacuare il nord di Gaza e segnalava attraverso quali strade. Serve a dire che comunque uno sforzo per proteggere i civili è stato fatto? Funzionerà tra i palestinesi arrivati al cinquantasettesimo giorno di bombardamenti, che non sanno dove andare e sono costretti al continuo aggiornamento delle comunicazioni dei numeri dei lotti? È una tattica militare che otterrà risultati, considerato che anche gli uomini di Hamas vedono le comunicazioni dell’Idf e quindi si spostano in anticipo? La Striscia in questi giorni è anche il terreno di un test di massa che tocca le vite di centinaia di migliaia di persone.

Redazione

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