E’ morto oggi, a Milano, Vittorio Gregotti, noto architetto, fra i migliori del Novecento. Era ricoverato in ospedale per una polmonite da coronavirus, ma non ce l’ha fatta. Aveva 92 anni. “Se ne va, in queste ore cupe, un Maestro dell’architettura internazionale; un saggista, critico, docente, editorialista, polemista, uomo delle istituzioni, che – restando sempre e prima di tutto un architetto – ha fatto la storia della nostra cultura. Concependo l’architettura come una prospettiva: sull’intero mondo e sull’intera vita. Che grande tristezza”, ha scritto su Facebook per ricordarlo Stefano Boeri.

CHI ERA – Nato a Novara il 10 agosto del 1927, Vittorio Gregotti é un architetto, urbanista e uno dei più grandi teorici dell’architettura italiana. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1952, inizia la sua carriera collaborando con la storica rivista Casabella, di cui diverrà direttore a partire dal 1982 fino al 1996. Ma ciò che lo ha reso piú famoso é stata la creazione nel 1974 del suo studio professionale “Gregotti Associati International”, che da allora ha realizzato opere in una ventina di paesi.

La sua arte si lega a movimenti come il Neoliberty di reazione al Movimento moderno ed alla sua interpretazione italiana definita ‘razionalismo italiano’, di questo genere l’esempio più significativo è il palazzo per uffici a Novara del 1960. Inoltre non molti sono a conoscenza del fatto che ha progettato una megastruttura architettonica per le università di Palermo, di Firenze e della Calabria. Inoltre, sempre a Palermo é stato ideatore del controverso progetto del quartiere Zen di Palermo, di cui anni dopo Massimiliano Fuksas proporrà la demolizione.

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