Due donne e quattro uomini
Sei ostaggi uccisi da Hamas, l’esercito israeliano trova i corpi nei tunnel dei terroristi
Due donne e quattro uomini, quasi tutti portati via dal festival rave di Re’im, nel deserto. I loro corpi sono stati trovati senza vita in un tunnel di Rafah, 20 metri sottoterra, nel centro della Striscia di Gaza. Sono state le autorità israeliane a rendere noti i nomi di quei sei dei 107 ostaggi totali di Hamas, tre dei quali erano nella lista umanitaria dei prigionieri e che dovevano essere rilasciati nella prima fase di una proposta di accordo sugli ostaggi. Sono Hersh Goldberg-Polin, Uri Danino, Aden Yerushalmi, Alex Lubnov, Almog Sarosi e Carmel Gat. 101.
Le proteste
Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha chiesto al primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, di assumersi la responsabilità per l’abbandono dei rapiti. Finora, Netanyahu non ha rilasciato commenti sul ritrovamento. Il suo ufficio ha solo comunicato che il premier ha annullato la sua partecipazione all’inaugurazione dell’anno scolastico presso la scuola elementare ‘Guatemala‘ di Gerusalemme. In una dichiarazione ‘l’Hostages and Missing Families Forum’ aveva già invitato tutta la popolazione a protestare nella giornata odierna: “Chiediamo alle persone di prepararsi. A partire da domani il Paese si fermerà”. Secondo il Forum, la morte degli ostaggi sarebbe un “risultato diretto” del “boicottaggio” da parte del premier delle proposte di accordo sugli ostaggi e della sua insistenza nel mantenere la presenza dell’IDF nel Corridoio di Filadelfia.
Il caso di Hersh Goldberg-Polin
Tra i sei ostaggi morti c’è Hersh Goldberg-Polin, un giovane di 23 anni con doppia cittadinanza israeliana e americana (emigrato all’eta di sette anni) che è diventato uno dei simboli di questa crisi. Hersh è stato rapito nei pressi del Nova party dopo essersi rifugiato in un nascondiglio lungo la strada: durante l’attacco ha perso un braccio. Successivamente è apparso in un video diffuso da Hamas, in cui, con il braccio amputato, chiedeva di essere riportato a casa esortando il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, a “vergognarsi” per averlo “abbandonato”, assieme ad altre “migliaia di cittadini”, denunciando quindi la morte di “circa 70 ostaggi a seguito del bombardamento dell’Aeronautica”. I suoi genitori, Rachel e Jon, hanno viaggiato in tutto il mondo per richiamare l’attenzione sul suo caso: hanno parlato alle Nazioni Unite, con Elon Musk, con papa Francesco e, più di recente, alla convention democratica di Chicago.
Gli altri ostaggi
In prima linea nelle proteste degli ultimi undici mesi ci sono state anche altre famiglie degli ostaggi liberati ieri, come quella di Carmel Gat, una terapista di 40 anni appassionata di yoga, i cui amici organizzavano lezioni pubbliche settimanali a Tel Aviv dopo che era stata rapita dalla sua casa a Be’eri. Questa è la prima volta che viene ritrovato un gruppo di giovani rapiti durante la festa; nei giorni precedenti erano stati trovati corpi, ma per lo più di anziani. Tra i giovani ostaggi presi al rave ci sono anche Ori Danino, 25 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Almog Sarusi, 27 anni, e Alexander Lobanov, 33 anni. Allo stesso modo, non si parla più della famiglia Bibas, la madre e i suoi due bambini portati via da Nir Oz, che avrebbero dovuto tornare a casa nello scambio di novembre.
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